Lebbra dell’olivo, la Regione Puglia vara la strategia per fermare l’epidemia
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Si tratta di un ulteriore intervento che segue la richiesta al Ministero delle Politiche Agricole Alimentarie Forestali di interventi straordinari per la crisi del settore olivicolo nelle province di Brindisi e Lecce, dove la diffusione del batterio ha provocato ingenti danni economici, a causa delle precipitazioni frequenti e abbondanti che hanno caratterizzato l’annata agraria 2010.
{affiliatetextads 1,,_plugin}“Oltre alle condizioni climatiche - sottolinea Stefàno - con le abbondanti piogge degli ultimi due anni proprio nel periodo di ingrossamento e maturazione delle olive, a favorire lo sviluppo del morbo contribuiscono anche particolari condizioni agronomiche, quali elevata umidità e dimensioni delle piante che aumentano l’umidità stessa delle chiome e limitano la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce”.
Ecco dunque la strategia messa a punto: un mix di azioni e di pratiche di controllo agronomico e chimico che hanno lo scopo di contenere e prevenire le infezioni dei parassiti, che vanno da una maggiore areazione della chioma mediante una corretta potatura almeno biennale, alla completa distruzione del materiale infetto. Necessario, inoltre, migliorare i sistemi di raccolta: l’incidenza della malattia, infatti, cresce con l’avanzare della maturazione, pertanto la raccolta prolungata da terra costituisce una pratica non idonea a contrastare la diffusione della malattia. Previsto anche il controllo mediante prodotti chimici, da effettuare con le sostanze attive registrate sulla coltura e sulla avversità. Le azioni di indirizzo sono state pubblicate sul Bollettino della Regione Puglia n.40 del 16 marzo 2011.
L’Osservatorio Fitosanitario, inoltre, in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università di Bari, i Consorzi di difesa delle produzioni intensive e il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, sta predisponendo alcuni campi sperimentali per approfondire il comportamento eco-epidemiologico degli agenti della lebbra, individuare i momenti più idonei per eseguire gli interventi chimici e verificare l’efficacia di nuovi formulati rispetto a quelli a base di rame che allo stato attuale sono gli unici registrati sulla coltura. Peraltro, a seguito di prove sperimentali già effettuate nel 2010 è in corso la richiesta ai Ministeri dell’Agricoltura e della Salute di deroghe nell’utilizzo di sostanze attive risultate efficaci nei confronti della lebbra.
“L’allerta resta alta – conclude Stefàno - e la prevenzione va attuata tenuto conto dell’elevata quantità di inoculo dei funghi presente negli oliveti. Per questa ragione prosegue con la stessa intensità la collaborazione tra Regione Puglia e la Università di Bari con l’obiettivo di individuare soluzioni immediate che possano essere utili ai nostri olivicoltori. Come pure, è importante che le Organizzazioni di produttori olivicoli impegnati nel miglioramento della qualità dell’olio di oliva, siano al nostro fianco nel sensibilizzare gli olivicoltori”.