ARCIDIOCESI DI TRANI-BARLETTA-BISCEGLIE-NAZARETH

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I quattro referendum del 12 e 13 giugno 2011

In vista della consultazione del 12 e 13 giugno p.v. si è pensato di redigere un apposito documento, in cui si valutano i quattro quesiti referendari alla luce della Parola e del magistero della Chiesa.

I due quesiti referendari sull’acqua

PRIMO QUESITO

Volete l’abrogazione dell’art. 23bis del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 convertito con modifiche nella legge 6 agosto 2008 n.133 come modificata dall'art.30, XXVI° comma della legge 23 luglio 2009 n.99 e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009 n.135 convertito con modifiche nella legge 20 novembre 2009 n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte Costituzionale?

SECONDO QUESITO

Volete l’abrogazione dell’art. 154, I° comma del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?

Dio, creatore dell’universo, è padrone delle acque, le dispensa, le trattiene e le rilascia a suo piacere; […] spande la pioggia sulla terra […] (Gb 5,10) e veglia perché essa cada regolarmente; ha creato le acque superiori e quelle dell’abisso, regola il flusso del loro corso, le ritiene affinché non sommergano il paese, fa sgorgare le sorgenti e discendere la pioggia, grazie alla quale la prosperità si diffonde sulla terra, apportando la gioia al cuore dell’uomo (Salmo 104).

L’acqua, essendo un bene vitale per tutti gli uomini (Compendio DSC, 484-485; Caritas in Veritate 27), è oggetto di un diritto universale e inalienabile, sicché non deve essere lasciata in balia del mercato soggiogato al profitto e governato dal libero incontro tra domanda e offerta; il riconoscimento del diritto universale all’uso dell’acqua poggia sulla dignità di ogni persona e non su logiche economiche (Compendio DSC, 485).

L’acqua è un bene comune e va gestito -senza sprechi e inefficienze- dalla comunità con la partecipazione di tutti, perché è la base della vita. Puoi immaginare che l’aria venga acquistata da una società privata? Si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Votando SI ai due quesiti, impedisci che aziende private possano gestire l’acqua e possano lucrare profitti, aumentando il costo della bolletta.

Votando NO ai due quesiti, vuoi che aziende private possano gestire l’acqua e conseguire profitti.

Il quesito referendario sul nucleare

Volete l’abrogazione del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 convertito con modifiche dalla legge 6 agosto 2008 n. 133 limitatamente all’art. 7, I° comma lettera d) ove si prevede la ‘realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare ’?

Dio ha affidato all’uomo il compito di coltivare e custodire il creato, attribuendogli su di esso una signoria non assoluta (Genesi 2,15); pertanto l’uomo è chiamato a “coltivare il giardino del mondo” con sapienza e amore e deve sentirsi responsabile dei doni ricevuti continuamente da Dio, perché sono doni destinati anche alle generazioni future (Christifideles laici 43).

Oggi la terra è minacciata da tre fattori: inquinamento, surriscaldamento e sviluppo ‘squilibrato’.

L’inquinamento deriva dalla produzione e circolazione di sostanze tossiche e/o ingombranti e può essere di tre tipi: ‘chimico’ dovuto a diserbanti, pesticidi, anidride solforosa e detersivi chimici; ‘organico’ riguardante le acque; ‘radioattivo’ causato soprattutto da scorie nucleari.

[…] Le autorità chiamate a prendere decisioni per fronteggiare rischi sanitari ed ambientali talvolta si trovano di fronte a situazioni nelle quali i dati scientifici disponibili sono contradditori oppure quantitativamente scarsi: può essere opportuna allora una valutazione ispirata dal <<principio di precauzione>> […] Le politiche cautelative, basate sul principio di precauzione, richiedono che le decisioni siano basate su un confronto tra rischi e benefici ipotizzabili … compresa la decisione di non intervenire. […] Un’attenzione particolare dovrà essere riservata alle complesse problematiche riguardanti le risorse energetiche. Quelle non rinnovabili, alle quali attingono i paesi altamente industrializzati e quelli di recenti industrializzazione, devono essere poste al servizio di tutta l’umanità [...] si dovrà, altresì, continuare, tramite il contributo della comunità scientifica, a identificare altre nuove fonti energetiche, a sviluppare quelle alternative e a elevare i livelli di sicurezza dell’energie nucleare […] (Compendio DSC, 469-470).

Il terzo quesito referendario riguarda la legge in cui si prevede la costruzione di nuove centrali nucleari; si ricorda che l’80% degli italiani nel referendum del 1987 si espresse contro il nucleare.

I rischi del ‘nucleare’ sono ancora oggi maggiori dei benefici, perché le centrali non sono sicure e le scorie da smaltire restano radioattive per milioni di anni. La recente tragedia giapponese pone l'umanità davanti ad un bivio: convivere con i rischi delle centrali o fermare le politiche nucleari. Da tempo si è imboccata la strada delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica e, anzi, con le attuali tecnologie pulite e rinnovabili si può soddisfare l’intera domanda di energia entro il 2050.

Si continua a parlare di nucleare sicuro – Ma chi abita a 5 Km da una centrale rischia 2,2 volte di più di ammalarsi di leucemia e nessuno sa ancora come gestire le scorie radioattive per milioni di anni.

Si sostiene che non possiamo farne a meno – Ma il nucleare è un’energia in declino da anni, perché dava il 17% dell'elettricità mondiale nel 1999 e solo il 13% nel 2008; anzi in Italia in tre anni i nuovi impianti eolici, i pannelli solari e il risparmio energetico hanno dato elettricità equivalente a tre centrali atomiche. La Germania ha deciso di spegnere alcuni reattori nucleari entro il 2011 e i reattori più moderni entro il 2022.

Si afferma che è conveniente – Ma l'energia nucleare nel 2010 è costata il 75% in più di quella da gas e il 27% in più dell'eolica. Negli ultimi 4 anni mentre il costo di una centrale nucleare è lievitato, invece quello di un pannello fotovoltaico è diminuito del 55%. In Germania oggi, se l’energia nucleare dà lavoro a circa 30.000 persone, le energie rinnovabili impiegano ben 340.000 persone circa.

Si diceva che il disastro di Chernobyl non si sarebbe ripetuto - Ma in Giappone a Fukushima non è stato possibile controllare la stessa reazione. Le nuove centrali non sono sicure, perché il reattore EPR, che si vuole portare in Italia, è stato giudicato insicuro dalle agenzie di Gran Bretagna, Finlandia e Francia.

Votando SI, scegli di impedire la realizzazione delle centrali nucleari in Italia.

Votando NO, vuoi la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia.

Il quesito referendario sul legittimo impedimento

Volete che siano abrogati l’articolo 1, commi I°, II°, III°, V° e VI°, nonché l’articolo 2 della legge 7 aprile 2010 n. 51 recante disposizioni in materia d’impedimento a comparire in udienza?

[…] Tutti gli uomini, creati ad immagine dell’unico Dio e dotati di una medesima anima razionale, hanno la stessa natura e la stessa origine … tutti, quindi, godono di una eguale dignità […] (CCC 1934). Dio Padre è Creatore, Signore e Giudice di tutti gli uomini, da lui chiamati a vivere quali figli suoi e fratelli fra di loro; pertanto […] Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga […] (At 10, 34-35). Anzi […] tutti saremo presentati al tribunale di Dio. Sta scritto infatti: ‘Io vivo, dice il Signore: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, e ogni lingua riconoscerà Dio’. E allora ciascuno di noi renderà conto a Dio per se stesso […] (Rm 14, 10c-12).

Dinanzi alla legge divina e a quella umana siamo tutti uguali.

Ora il quesito referendario riguarda la legge 7 aprile 2010 n. 51 in cui si è previsto che:

1- Chi riveste la carica di Presidente del Consiglio o di Ministro è legittimamente impedito a comparire alle udienze penali, qualora sia impegnato nel concomitante esercizio di funzioni istituzionali o nello svolgimento di attività preparatorie, consequenziali o coessenziali alle funzioni di governo;

2- il giudice in presenza dell’esercizio di dette funzioni e attività -su richiesta dal Presidente del Consiglio o del Ministro imputati- deve rinviare il processo ad altra data;

3- il giudice rinvia il processo per un massimo di sei mesi nel caso in cui la Presidenza del Consiglio attesta che l’impedimento per motivi istituzionali si prolunghi per un certo periodo di tempo;

4- il decorso della prescrizione del reato, di cui sono imputati il Presidente del Consiglio o il Ministro, è sospeso durante l’intera durata del rinvio dell’udienza sopra menzionato;

5- le suddette disposizioni si applicano -sino al 8 ottobre 2010- ai processi in corso alla data di entrata in vigore della legge e, cioè, alla data del 9 aprile 2010.

Tuttavia la Corte Costituzionale con la sentenza 13-25 gennaio 2011 n. 23, ritenendo che chi ricopre la carica di Presidente del Consiglio e di Ministro debba essere soggetto alla stessa legge vigente per tutti i cittadini e non possa godere di particolari deroghe e privilegi, ha dichiarato costituzionalmente illegittime:

a- la disposizione n. 2 (sopra riportata) nella parte in cui non attribuisce al giudice il potere di accertare e valutare in concreto se l’impedimento del Presidente del Consiglio o del Ministro sia indifferibile, concomitante, assoluto e attuale;

b- la disposizione n. 3 (sopra riportata) sulla base -fra l’altro- dei seguenti due motivi:

· nel processo penale, in cui il Presidente del Consiglio è imputato di fatti criminosi, era stata depositata un’attestazione nella quale la Presidenza del Consiglio aveva indicato in modo esemplificativo e succintamente gli impegni istituzionali che gli impedivano di partecipare all’udienza;

· la legge impone al giudice -in caso di semplice deposito dell’attestazione dell’impedimento rilasciata dalla stessa Presidenza del Consiglio- di rinviare automaticamente il processo penale ad altra udienza, senza poter verificare se l’impedimento addotto fosse attuale, assoluto, concomitante e indifferibile.

In buona sostanza nella legge oggetto del referendum si prevede che chi ricopre la carica di Presidente del Consiglio o di Ministro -diversamente da qualunque altro cittadino- può avvalersi delle funzioni istituzionali svolte, per non comparire alle udienze e ottenere il rinvio del processo anche per reati commessi come privato cittadino.

Ora, se da un lato si è consapevoli della necessità che il rapporto tra le Istituzioni debba essere caratterizzato da maggiore lealtà, da toni più pacati e dal reciproco riconoscimento di essere legittimi contrappesi costituzionali; dall’altro lato, però, è certo che il rinvio dell’udienza -per legittimo impedimento- allunga i tempi per l’accertamento della responsabilità penale e per il risarcimento dei danni arrecati alle persone offese, consentendo altresì all’imputato di restare in carica durante il processo contrariamente a quanto avviene in altri Stati Europei, ove chi ha un incarico di rilievo nazionale, qualora sia imputato di reato, di solido si dimette.

Col referendum siamo chiamati a decidere se debba restare in vigore oppure essere abrogata la legge n. 51/2010 (come modificata dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 23/2011).

Votando SI, scegli di abrogare la legge.

Votando NO, vuoi che la legge resti in vigore.

I N V I T I A M O

tutti i cittadini elettori a RECARSI ALLE URNE il 12 e 13 giugno p.v. nella consapevolezza che l’esercizio del voto è un dovere civico e contribuisce a costruire una più diffusa partecipazione alla vita civile e democratica dell’Italia.