Sul tavolo della riunione, dunque, torneranno le conseguenze del Patto di Stabilità, lo stato di sofferenza dell’agricoltura e dell’imprenditoria, le scelte di Regione Puglia e Provincia di Foggia in tema di trasporti e viabilità, la necessità di potenziare la rete dei servizi socio-sanitari sul territorio. Il rischio è che la crisi, la finanziaria e il nuovo anno economico che inizierà dopo l’estate acuiscano i problemi e lascino un margine di operatività pressoché nullo alle Amministrazioni locali per essere motori dello sviluppo delle comunità locali. A Roseto saranno presenti i sindaci della ormai soppressa Comunità Montana dei Monti Dauni Settentrionali e alcuni primi cittadini del disciolto ente montano del versante meridionale della Capitanata.

Considerando soltanto l’area rappresentata dai primi e includendo Lucera, nella riunione di Roseto Valfortore sarà rappresentato un comprensorio territoriale in cui vivono oltre 10mila ultra sessantacinquenni: l’invecchiamento della popolazione, lo spopolamento e la qualità dei servizi socio assistenziali sono dunque questioni prioritarie da affrontare. Nella stessa area, inoltre, secondo i dati contenuti nel Piano Socio Sanitario di Zona, risiedono quasi 11mila abitanti compresi nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni: in questo caso, sono le politiche per la formazione, il lavoro e la nuova imprenditoria a essere chiamate in causa per ciò che attiene agli elevati indici di disoccupazione.

A Roseto Valfortore, i sindaci valuteranno l’opportunità di intraprendere insieme tutte le iniziative necessarie a ottenere la necessaria attenzione per un’area importante della regione: i Monti Dauni, con Lucera, contano 30 comuni, 140mila abitanti, oltre 500 tra chiese, siti d’interesse comunitario e musei etnografici, 8 paesi con marchi di qualità turistico-ambientali. Forniscono i due terzi dell’energia da fonti rinnovabili prodotta in Puglia. Un terzo del polmone verde pugliese è sulle alture dei Monti Dauni che forniscono le risorse idriche per l’intera provincia di Foggia. I corsi d’acqua e le riserve faunistiche dell’area rappresentano un vero e proprio giacimento di biodiversità. Ed è in questo ampio fazzoletto di terra, pari al 10 per cento dell’intera superficie regionale, che albergano le specie animali e vegetali più selvatiche e preziose: il lupo, il cinghiale, la volpe, il falco popolano aree boschive ricche di sorgenti, funghi, tartufi, erbe spontanee e officinali.