E’ lo slogan della giornata di lotta delle regioni del Sud indetta dalla Cgil per porre all’attenzione del Paese la grave situazione in cui versa il meridione e per chiedere al Governo, avanzando precise proposte, un radicale cambiamento di passo”. Sabato 28 novembre lavoratori, pensionati, studenti riempiranno le piazze di sette città – Chieti, Napoli, Campobasso, Potenza, Bari, Cosenza, Messina – e per ribadire la necessità di intendere il Mezzogiorno come “questione nazionale”, vi saranno gemellaggi con una regione del Nord, rispettivamente: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia. Nel capoluogo pugliese il concentramento è previsto in Piazza Castello alle 9.30; il corteo sfilerà quindi per le vie della città per confluire in Piazza Prefettura, dove si terranno i comizi conclusivi. {affiliatetextads 1,,_plugin}A Bari sarà presente Vera Lamonica, segretaria nazionale e responsabile delle politiche di coesione economica e sociale del Mezzogiorno. Sarà robusta la delegazione della CGIL di Capitanata, che ha organizzato oltre trenta pullman. “Circa cento crisi aziendali, piccole, medie e grandi, nessun comparto escluso; massiccio ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità; fuoriuscita dal mondo del lavoro di migliaia di precari e atipici, erosione dei redditi e delle pensioni”. Lo scenario che traccia Mara De Felici è da annus horribilis: “

La crisi nel 2009 ha segnato profondamente l’economia, il sistema produttivo, il mercato del lavoro della nostra provincia. E i segnali non sono quelli di un’inversione di tendenza, se è vero che grandi aziende come la Fiat – nel caso di Foggia la Iveco – hanno già definito ulteriori periodi di cassa integrazione tra dicembre e gennaio”.Dall’altra parte un atteggiamento inadeguato del Governo, “che non è intervenuto in maniera decisa come accaduto in altri paesi, con l’aggravante che quel gap strutturale che separa il Nord dal Sud del paese, fa sì che nel Mezzogiorno e in territori come il nostro la crisi s’avverte in maniera più drammatica e con esiti spesso immodificabili, perché ogni posto di lavoro perso in questa provincia sarà molto più difficile da recuperare rispetto ad altre regioni del Nord. Minando gli sforzi messi in atto in questi anni per attrarre nuovi investimenti e imprese per creare nuova occupazione”. Non solo il Governo nazionale non ha previsto interventi straordinari “a sostegno delle imprese, per le infrastrutture, per i redditi da lavoro e le pensioni, ha anche ridotto i trasferimenti agli enti locali, ha tagliato il fondo FAS per le aree cosiddette sottoutilizzate, destinando ad altre voci di spesa soldi che erano stati stanziati per il Mezzogiorno”. Una giornata di protesta ma anche di proposta, “che è quel che contraddistingue da sempre un sindacato di programma come il nostro – conclude Mara De Felici -.

Al Governo chiediamo l’estensione degli ammortizzatori sociali a chi ne è escluso, il prolungamento della cassa integrazione da 52 a 104 settimane; l’apertura di un tavolo istituzionale sulla crisi delle imprese per evitare i licenziamenti, la riduzione delle tasse su lavoro e pensioni, una nuova politica industriale e una maggiore attenzione al Mezzogiorno”.

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