Legambiente e Confapi su decreto fotovoltaico: “Governo miope”!!
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Nello specifico, il V conto Energia non considera minimamente le numerose proposte, dei mesi scorsi, sollecitate da Bruxelles, così come le richieste esplicitamente avanzate sia dalla Conferenza unificata, sia da Legambiente e Confapi e da numerosissime associazioni, le quali non sono state accolte se non in minima parte».
In particolare, persistono lacune come l’assenza di un periodo transitorio per tutelare gli investimenti in corso (solo 45 giorni) e l'introduzione di appesantimenti burocratici, a cominciare dai registri obbligatori anche per gli impianti di piccola taglia superiori a 12 kWp.
Mentre la Germania ha varato un nuovo poderoso Conto Energia che darà forza alle già vitali aziende tedesche, il nostro governo “tecnico-miope” pensa ai proclami nei quali si parla di sviluppo, decreta la fine del solo settore industriale, che in questi anni è cresciuto, in controtendenza con tutto il mondo industriale e produttivo. Già nelle prossime settimane molte aziende del settore saranno costrette a licenziare collaboratori e dipendenti e a veder drasticamente ridotto il loro giro di affari.
Il Governo tecnico all’articolo 20 del provvedimento recita: “il presente decreto non comporta oneri nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato”. Questo lo vedremo dopo i casi di cassa integrazione e di spese varie a carico dello Stato per tutti quegli addetti messi in mobilità a causa di questa normativa.
Ma la vera motivazione al “blocco” con la burocrazia della crescita del fotovoltaico, sta nei dati stessi della produzione di energia dal sole che a giugno hanno visto un incremento del 100% rispetto al 2011! L'attuale sistema elettrico e le produzioni elettriche centralizzate tradizionali da fonte fossile non vogliono e non possono accettare uno sviluppo ulteriore di queste tecnologie. Il FV soprattutto abbassa fortemente il prezzo in Borsa nelle ore diurne e se lasciato libero di diffondersi , senza registi e burocrazia che il nuovo DM gli accolla, anche con tariffe molto ridotte rapidamente raggiungerebbe quella soglia della copertura del fabbisogno elettrico totale del 10% che tutti prevedevano, appena due anni fa, non prima del 2020.
“Nei prossimi mesi, Legambiente e Confapi -continuano Tarantini e Bratta - terremo “viva” questa memoria nell’opinione pubblica fino alla prossima primavera per lavorare, per rimettere mano a questi brutti provvedimenti senza una strategia energetica nazionale che salvaguardi l'ambiente e le persone che ci lavorano in maniera sostenibile”.