Numerose le direttrici del nuovo programma. A partire dalla riorganizzazione a livello provinciale (con i relativi comitati ormai in fase di sostituzione su scala nazionale con le figure dei delegati). Passando poi per la programmazione condivisa con la Regione e il suo Osservatorio dello Sport; la richiesta di incremento dei finanziamenti regionali con la prossima apertura dei finanziamenti europei in tema di Sport a partire dal 2014; l’esigenza di normare a livello regionale alcuni settori come palestre private, formazione professionale e medicina dello sport.

“Poi proseguire su due leve fondamentali”, sottolinea Sannicandro, “le esperienze innovative di sport nelle scuole e i modelli di gestione degli impianti sportivi in affidamento a società sportive”.

Infatti le varie sperimentazioni, attuate dal Coni Puglia per promuovere lo sport a scuola, insieme all’educazione sui corretti stili di vita, sono diventate modello educativo per i progetti nazionali di alfabetizzazione motoria, e da quest’anno anche la Regione ha deciso di investire su questi temi con il progetto SBAM (sport, benessere, alimentazione, mobilità). Inoltre i modelli gestionali messi a punto in Puglia sono esempi di eccellenza nazionale: “Abbiamo sviluppato esperienze nella gestione di piscine, campi di atletica leggera, palestre e campi sportivi con riscontri molto interessanti sia dal punto di vista dei risultati socio-sportivi sia dal punto di vista promozionale e occupazionale”.

Senza dimenticare comunicazione, marketing territoriale, i rapporti sport e ambiente, anche in chiave turistica e di sviluppo del territorio. In questo senso, la visione si amplia verso obiettivi di più largo respiro mettendo in relazione le politiche dello sport con quelle della salute, dell’ambiente e dello sviluppo socio-culturale.

“Lo sviluppo sostenibile può guidare le scelte urbanistiche per una crescita equilibrata delle città. L’ultima frontiera dello sport ci vede fra i promotori più impegnati - conclude il presidente - e riguarda la progettazione di ‘Città attive’, ovvero città ecosostenibili, in cui la programmazione urbanistica si ispira allo sport, alla salute, all’equilibrio ambientale e alla bellezza del paesaggio che integri città e campagna, luoghi antropizzati e natura, spazi pubblici e residenza, luoghi di lavoro e servizi per lo sport, la cultura, la socializzazione. Città dove poter esercitare meglio corretti stili di vita, spostandosi a piedi o in bici, con minore inquinamento e maggiori spazi verdi, luoghi dove la priorità diventi il rispetto delle risorse naturali con attenzione al riuso delle acque e alla riduzione e riutilizzo dei rifiuti, affinché la cultura dello sport possa lasciare un segno e far maturare una civiltà consapevole dei propri bisogni e dei propri valori”.