D’altra parte – spiega la Cia – una bottiglia d’olio extravergine su sei in Italia finisce sui tavoli di trattorie, ristoranti e bar; ed è necessario chiarirne l’origine, per garantire chiarezza e trasparenza ai cittadini e per tutelare i produttori da falsi e sofisticazioni che “scippano” ogni anno al “made in Italy” agroalimentare 1,1 miliardi di euro.

Con questa misura – ricorda la Cia – si mette fine alle oliere anonime spesso riempite chissà quante volte, magari spacciando per extravergine un prodotto di basso livello. Finalmente viene garantita qualità, autenticità e origine dell’olio messo a disposizione del consumatore finale, ma si protegge anche la sua salute. Oltre ovviamente a migliorare la sicurezza legata all’igiene del prodotto, grazie all’obbligo del tappo “antirabbocco”.

Ora, però, dobbiamo insistere a livello comunitario affinché questa norma – conclude la Cia – diventi un obbligo per tutti i Paesi membri.