Nell’articolo lamentavamo anche la scarsa attenzione che si registra nei palazzi su un tema così importante per il futuro energetico, economico ed ambientale del territorio. Ma per fortuna c’è anche chi, invece, a questi temi riserva la necessaria attenzione.
È il caso del consigliere provinciale dell’Italia dei valori, Massimo Colia, che ha presentato un ordine del giorno nel quale chiede che il consiglio provinciale si pronunci dichiarando la Capitanata quale “Territorio Provinciale Denuclearizzato”. Come si legge, infatti, in un comunicato, “a seguito della decisione del Governo nazionale di ritornare alla scelta del nucleare per la produzione di energia elettrica e alla possibilità che insediamenti del genere sorgano sul territorio della provincia di Foggia, nello specifico nei due siti individuati dal C.N.E.N. (quello in comune con il Molise, ubicato su quella striscia che va appunto dal Molise fino a Marina di Lesina; e quello collocato sulla riviera sipontina meridionale, tra l’agro di Manfredonia e quello di Zapponeta), il capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio Provinciale chiede, con un apposito ordine del giorno di dichiarare il territorio della Provincia di Foggia denuclearizzato”.
Non è la sola richiesta contenuta nel documento elaborato dall’esponente del partito di Di Pietro, Colia chiede infatti, anche “di vietare su tutto il territorio provinciale l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica e di siti di stoccaggio, anche temporanei, per rifiuti e sottoprodotti radioattivi; di garantire, nei confronti della popolazione, massima partecipazione ai processi decisionali, trasparenza ed informazione, nel caso rifiuti o combustibili, derivanti o destinati a centrali ad energia atomica, attraversino il territorio provinciale o transitino da porti o stazioni presenti sul territorio provinciale.”
“Non è mia intenzione creare allarmismi nella popolazione – afferma Colia-, ma avendo a cuore il bene della collettività, non posso restare indifferente all’ennesima aggressione nei confronti del nostro territorio. Lo scorso settembre avevo già espresso la mia preoccupazione in merito alle eccessive e ingiustificate richieste di autorizzazione, giunte in Provincia, di impianti a biomasse. Ora, a distanza di soli tre mesi, mi ritrovo ancora una volta a difendere a gran voce, con la mia richiesta e a mezzo stampa, la nostra terra. È ancora vivo in tutti noi il ricordo di Chernobyl e ad oggi purtroppo non esistono le garanzie necessarie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva, come dimostra la lunga serie di incidenti avvenuti in Francia nel 2008.”
{affiliatetextads 1,,_plugin}affiliatetextadsColia conclude esponendo alcuni dati degni di particolare attenzione:”la Puglia già produce 2/3 di energia in più rispetto al fabbisogno regionale, pertanto non vi è alcuna necessità di nuove fonti di produzione in evidente conflitto con la vocazione agricola e turistica del territorio. Non c’è alcun tempo da perdere e dire subito no al nucleare, in quanto già nei prossimi mesi il Governo procederà ad una mappatura dei siti dove realizzare le centrali stesse e, se necessario, utilizzerà gli strumenti sostitutivi dello Stato, previsti dalla Costituzione, nei confronti degli enti locali, per evitare la paralisi della politica di veti”.
C’è da aggiungere anche che la Capitanata è un’indiscussa protagonista del “surplus energetico” prodotto dalla Puglia, in quanto nel territorio dauno è allocata la stragrande maggioranza dei parchi eolici, che hanno già pesantemente condizionato il paesaggio. La Capitanata ha versato già un contributo alto al superamento del gap energetico che angustia il nostro Paese, e speriamo che questo dato di fatto venga tenuto nella debita attenzione quando si tratterà di dover decidere se e dove collocare le centrali nucleari.