Che dire? Noi che siamo contrari alnucleare, dovunque vogliano impiantarlo, non vorremmo smentire i loroauspici. Peccato che queste dei candidati siano solo dichiarazionielettorali, poco serie perché che non potranno essere mantenute. Inquestione non è solo il pessimo esempio da sindrome nimby (not inmy backyard, non nel mio giardino), poco in linea con il senso diresponsabilità di chi poi vota in parlamento per la costruzionedelle centrali.

Il problema è che il progetto diScajola non prevede eccezioni o deroghe che premino le regioniefficienti e magari penalizzino quelle sciagurate che non hannoinvestito in corretti piani energetici.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Il decreto legislativo approvato indicembre, nell’anticipare le regole per il ritorno al nucleare, nonfa sconti: a scegliere i siti saranno gli operatori stessi, l’ENEL,EDISON o chi altro, che potranno liberamente scegliere doveimpiantare la centrale, nel rispetto delle linee guida individuatedall’Agenzia per il Nucleare. Se la Regione interessata èd’accordo, bene; altrimenti, si fa lo stesso, decide il Governo.Anche in deroga – così recita l’art. 11 del decreto – ai Pianienergetico-ambientali della Regione interessata. Zaia e Formigonidovrebbero saperlo: non basterà essere virtuosi o autosufficientiper allontanare dal loro territorio lo spettro di una bella centralenucleare.

Anche per questo, 11 regioni hannoimpugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge 99/2009, checonsente allo Stato di imporre la costruzione di centrali atomicheanche senza l’intesa della relativa Regione. Peccato che tra questeregioni, manchino proprio la Lombardia ed il Veneto, nonostante iproclami di federalismo dei loro amministratori.

Lo aveva detto Scajola alla stampa:costruire le centrali sarà come costruire un albergo, saranno leaziende a decidere dove. Senza sconti per le regioni virtuose. Eneppure per quelle con elettori del centrodestra. Se questa è la loro volontà … ( Fonte: http://www.fareverde.it/)