Minghi ci consegna l’album della maturità in cui si allontana dalla materia sognante per incontrare un realismo in cui il tempo, la vita e l’amore sono gli strumenti di conoscenza del mondo e delle cose a cui fa riferimento, declinandoli in ogni canzone.

«Ho raccontato ciò che sono, ciò che viviamo – ha sostenuto l’artista – Ci sono volutamente richiami e citazioni che hanno a che fare con la mia storia musicale ma, credo, che questo lavoro rappresenti qualcosa di nuovo».

Un concept album, come si faceva una volta, che vuole essere una sorta di viaggio iniziatico, privo di qualsiasi orpello, in cui musica e parole sono le uniche traiettorie da seguire. E, come nel romanzo “Cent’anni di solitudine” del premio Nobel Gabriel Garcia Marquez, convivono in “Anima sbiadita” un universo di solitudini incrociate, di atti mancati e destini ineluttabili. E poi l’amore sincero, che oggi infrange le maschere e dice come stanno realmente le cose.

Un album che si presenta in bianco e nero, non c’è finzione, non ci sono compromessi perché è l’autenticità che cerca Amedeo Minghi: un lavoro soprattutto suonato, con tratti imprevedibili, sperimentali, in cui si esprime seguendo esclusivamente la sua voce interiore, l’essenziale; dalla mente al pianoforte, consapevole del peso emotivo del cuore, l’artista si rivela fin dalle prime note dell’album con sonorità pop rock melodiche del tutto inedite, che stupiscono l’ascoltatore. Arriva poi la voce: calda, tonda, rassicurante, che da oltre cinquant’anni canta l’amore, ma stavolta lo fa spogliandosi, sottraendo.

Solo l’uomo di fede, che ha vissuto pienamente, si può permettere di narrare anche le proprie fragilità; un’ammissione di colpa certo, di responsabilità umana, che commuove e dà modo di riflettere sull’esistenza stessa.

Da visionario della canzone, Minghi è oggi anche un attento osservatore dei tempi e ha saputo raccontarsi in “Anima sbiadita”, riprendendo un filone a lui molto caro, quello del concept album: era il 1988 quando pubblicò “Le nuvole e la rosa”: ora riprende a narrare in musica altre storie, con il suo inconfondibile stile.

L’uscita dell’album sarà accompagnata da un tour teatrale, il 14 novembre a Orvieto (Teatro Mancinelli), 22 a Mestre (Teatro Corso), 24 a Portorose (Slovenia), il 1 dicembre a Termini Imerese (Piazza Duomo), 7 a Napoli (Teatro Mediterraneo), 12 a Montecatini (Teatro Verdi), 13 a Sanremo (Teatro Ariston), 23 a Viterbo (Teatro dell’Unione), 14 gennaio 2025 a Torino (Teatro Colosseo), 16 a Piacenza (Teatro Politeama), 17 a Bologna (Teatro delle Celebrazioni), 18 a Legnano (Teatro Tirannanzi), 28 a Bari (Teatro Petruzzelli), 30 a Gallipoli (Teatro Italia), 31 a Taranto (Teatro Orfeo), 22 febbraio a La Valletta, 21 marzo ad Avezzano (Teatro dei Marsi), 5 aprile a Zurigo, 6 a Lugano, 28 a Roma (Il Sistina).

Con Amedeo Minghi suonano un sestetto d'archi e una band composta da Luca Perroni (pianoforte), Giandomenico Anellino (chitarra), Alessandro Mazza (basso), Stefano Marazzi (batteria) e dalle voci di Rosy Messina e Giordano Spadafora.

“Anima sbiadita” è anche il titolo del brano che accompagna l’uscita dell’album, in radio dall’8 novembre.