La marcia dei 400 sindaci lombardi, “Strozzati da tagli e risparmi”
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«Sono dispiaciuto dell’assenza della città più importante nella prima azione bipartisan delle istituzioni del territorio», dice Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese e presidente di Anci Lombardia. L’hinterland sembra risentire dell’effetto Moratti. Ad Rho e Segrate, guidate dal Pdl, non saranno presenti. Promettono di esserci, invece, le grandi città con un sindaco del Pdl, come Brescia e Cremona. Quest’ultima è l’unico capoluogo di provincia a non aver rispettato il Patto di stabilità ma contesta di aver impiegato risorse accumulate negli anni precedenti: «Il patto va razionalizzato, non è un fatto di destra o di sinistra ma di buon senso», spiega l’assessore al Bilancio Roberto Nolli.
I Comuni chiedono più flessibilità nella gestione di risorse proprie, attraverso lo sblocco dei residui passivi (spese deliberate ma non effettuate) e la compensazione integrale dell’Ici da parte dello Stato. «È giusto premiare gli enti virtuosi e il modo è regionalizzare il Patto di stabilità, trasformandolo in un patto territoriale», chiarisce Giulio Gallera, vicepresidente Anci e consigliere comunale milanese. Una prospettiva gradita ai Comuni governati dalla Lega (da Monza Marco Mariani annuncia un’adesione convinta alla manifestazione) ma anche a quelli di centrosinistra, appoggiati dal gruppo provinciale del Pd. L’alternativa sarebbe il taglio dei servizi, finora scongiurato. «Abbiamo venduto il patrimonio edilizio ma non è una risorsa infinita», dice il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini. «La crisi dell’edilizia ha fatto diminuire gli oneri di urbanizzazione e ci mancano 800mila euro su 5 milioni di compensazione dell’Ici», aggiunge da Sesto Giorgio Oldrini: «Con la compartecipazione all’Irpef va pure peggio».
{affiliatetextads 1,,_plugin}Morale, gli investimenti dei Comuni sono scesi del 18% in due anni e con il 2010 il calo sarà del 30 in tre anni. Nel 2009 il fondo dei trasferimenti ordinari è stato diminuito del 5%, quest’anno di un altro 5,5. Nello stesso periodo il fondo per le politiche sociali, cruciale con la congiuntura economica, è stato decurtato di oltre il 25 per cento. Senza nemmeno troppi giri di parole, l’obiettivo dei Comuni lombardi è svincolarsi dalle amministrazioni del Centro-Sud. Anci Lombardia diffonde i dati del suo Istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel): nel 2007 i Comuni lombardi hanno speso per il personale 239,2 euro per ogni cittadino della regione. I Comuni del Nord ne hanno spesi di più, 263,9. E la media nazionale è ancora più alta, 272,1 euro. L’aumento nell’ultimo quadriennio è stato dell’1,7% in Lombardia, del 3,7% al Nord e del 5,1% in Italia.
(C) Repubblica.it