Lo scoramento è visibile soprattutto sul volto dei dirigenti chiamati a far quadrare i conti. Il governatore Nichi Vendola, invece, suona la carica per chiamare alla battaglia politica. Da Bruxelles, dove ha concluso il Forum sulle povertà e proposto un’anagrafe delle condizioni di disagio, sottolinea che «le Regioni sono messe al tappeto: saremo chiamati ad esserne i curatori fallimentari». Sulla stessa lunghezza d’onda la vice presidente Loredana Capone: «È un colpo di maglio al sistema di welfare regionale: invalidi civili, non autosufficienti, borse di studio, fondo per la famiglia. Il governo dice di non infilare le mani nelle tasche dei cittadini, ma toglie servizi ai poveri e consente solo ai ricchi di continuare a goderne». «La manovra a carico delle Regioni - riepiloga il direttore d’area Davide Pellegrino - consiste nel tagliare i trasferimenti previsti per sostenere il cosiddetto federalismo amministrativo: ovvero quelle funzioni assegnate alle Regioni (con le cosiddette leggi Bassanini) ma finanziate dallo Stato. Le 15 Regioni a statuto ordinario godono, per quelle materie, di circa 4,8 miliardi. Ebbene: la manovra prevede un taglio complessivo di 4 miliardi nel 2011 e 4,5 nel 2012. È lo smantellamento del federalismo amministrativo».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Le Regioni, insomma, non saranno più in grado di assicurare servizi in quei settori (viabilità, trasporto locale, agricoltura, incentivi alle imprese) per cui erano state delegate dallo Stato. La Puglia, assieme ad altre 3 Regioni meridionali, può godere fino al 2013 dei fondi strutturali europei. «Ma queste risorse - spiega Pellegrino - sono destinate alla spesa per investimenti e non possono essere utilizzate per l’impiego corrente. Un esempio: i fondi Ue possono ben essere impiegati per realizzare infrastrutture ai trasporti, ma non per sostenere gli abbonamenti dei pendolari come la Regione fa da cinque anni». Ancora numeri: il Pil della Puglia ammonta (ultimo dato disponibile) a 57 miliardi. «Tagliare 369 milioni equivale ad una manovra pari allo 0,62% del Pil». Non è finita: il decreto di contenimento incide sulla spesa delle Regioni per un valore pari al 13,28% del loro bilancio. Mentre riguarda i Comuni per il 3,17%, le Province per il 3,07%, lo Stato per l’1,22%. Il capogruppo del Pd, Antonio Decaro, sostiene che «la manovra allontana il Sud dal resto di Italia, mentre la Puglia aspetta ancora i Fas». Replica Massimo Cassano (Pdl): «Il Pd pensi alle tasse aumentate da Vendola negli anni passati e al vecchio Fas di cui ha speso meno del 40%». Ultima annotazione: si è riunita ieri la giunta. L’assessore Tommaso Fiore ha riferito di ulteriori 93 milioni immessi nel circuito sanitario per pagare i fornitori. Poi ha tenuto una relazione sul processo delle internalizzazioni e stabilizzazioni in sanità (mentre i sindacati protestavano in strada). Il processo prosegue - ha spiegato - ed è pronta la memoria da presentare alla Corte costituzionale, dopo l’impugnativa decisa dal governo.

Francesco Strippoli - Corriere del Mezogiorno