Questa notizia oggi non c'è. Anticipando gli effetti della legge bavaglio contro la stampa e le intercettazioni appena votata dal Senato e che la Camera si appresta a discutere (con la prospettiva certa della sua approvazione e della successiva, rapida, entrata in vigore), siamo stati costretti a non publicarla. Non potremo dirvi di cosa si trattava, non potremo raccontarvela per estratto: era una intercettazione telefonica contenuta in un fascicolo processuale. Non riguardava politici corrotti nè amministratori infedeli: era invece la conversazione tra due malviventi (intercettata da una procura pugliese) che progettavano di (CENSURA). E tra un battuta e l'altra spiegavano in che modo avrebbero organizzato il prossimo (CENSURA). 

E' paradossale, ma tra i primi a beneficiare della legge bavaglio non saranno soltanto i colletti bianchi della politica ma i boss, la cui privacy diventa all'improvviso un bene tutelato dallo Stato al pari di quella dei cittadini onesti. Ma c'è di più.  La legge proibirà non solo di divulgare il testo delle conversazioni tra i delinquenti (anche quando progettavano atti criminali), ma proibirà persino di registrarle: e infatti uno degli articoli della legge bavaglio prescrive il divieto per le procure di installare cimici e microspie  nelle case, nei covi o nelle auto dei boss e non solo quindi in quelli dei politici. Perché in nome della privacy, tutti devono essere liberi di progettare omicidi, atti di corruzione o traffici illegali al riparo da orecchie indiscrete.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ah proposito: non sapremo mai come è andato a finire il progetto dei nostri due amici criminali. L'intercettazione telefonica era giunta ormai al 75/mo giorno quando i due si erano dati appuntamento per l'indomani così da poter definire al telefono luogo e giorno del (CENSURA). La procura allora aveva chiesto di proseguire l'intercettazione in via del tutto eccezionale per altre 72 ore (proprio come prescrive la nuova legge bavaglio) e il gip l'aveva concessa. Ma uno dei boss aveva avuto un contrattempo (pare un litigio con la moglie) e allora aveva rinviato di nuovo l'appuntamento telefonico col complice, questa volta però di 10 giorni. Troppo tardi: nel rispetto della privacy dei criminali non è prevista dalla nuova legge una proproga di 10 giorni, e quindi l'intercettazione è stata interrotta. Loro hanno potuto portare a compimento indisturbati il piano criminale; procura, carabinieri e polizia che erano sulle loro tracce ne sono usciti sconfitti; lo Stato ha pagato inutilmente per 75 giorni di indagini vanificate da quell'imprevisto litigio tra il boss e sua moglie; e noi non vi abbiamo potuti informare. In compenso la riservatezza dei banditi è stata tutelata e lo Stato continua a promettere nuove misure contro il crimine.

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