«Una vergogna» ha tuonato il parlamentare dell´Italia dei valori Pierfelice Zazzera che ha già presentato un´interrogazione parlamentare. Secondo Zazzera, infatti, la legge di Ferragosto altro non è che un decreto «salva Ilva». «Una sanatoria - spiega il deputato - per aiutare Riva e l´Ilva sotto indagine dalla procura di Taranto proprio per disastro ambientale legato allo sforamento dei limiti di benzoapirene». Una tesi questa, però, che l´azienda rifiuta categoricamente: «Quello - dicono - era un obiettivo di qualità e non di legge ma comunque da anni le nostre tecnologie ci permettono di essere tranquillamente sotto quel limite».

{affiliatetextads 1,,_plugin}In realtà sul benzoapirene proprio nelle ultime settimane si era scatenata una guerra con le associazioni ambientaliste nella quale era intervenuta anche la Regione con l´assessore all´Ambiente, Lorenzo Nicastro, che aveva convocato tavoli tecnici con l´Arpa e chiesto il rispetto delle regole. «Così si annulla tutto - dice però Alessandro Marescotti di Peacelink - Quel decreto ha evitato all´Ilva l´adozione di misure di contenimento delle emissioni cancerogene degli idrocarburi policiclici aromatici, una famiglia di componenti fra cui ci sono dei cancerogeni, come il benzoapirene che è un killer spietato. Grazie a questa legge non rischieranno più quello che invece sembrava invece inevitabile, e cioè il blocco della cokeria, la parte più pericolosa di tutto l´impianto». Proprio Peacelink un anno fa aveva fatto uno studio comparativo sul benzoapirene sostenendo che la quantità di veleno emanata è equivalente a fumare mille sigarette all´anno, bambini compresi. «Non è un caso - conclude Marescotti - perché non può esserlo che il Governo abbi avviato l´iter del decreto salva-Ilva il 13 maggio, cioè quando l´Arpa, noi e la Regione avevamo cominciato a denunciare con forza il problema del benzoapirene a Taranto».

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