Qualche mese fa infatti fu reso noto un sondaggio nel quale le comunità locali non accettavano installazioni di questo tipo nel proprio territorio e addirittura scaturì che i nuclearisti erano sì convinti dell'energia nucleare, basta che essa si producesse in un territorio distante dal proprio. Un grande caos che dovrà quindi esplodere da qui a poco. Fanno già specie le dichiarazioni dei presidenti di Regione e Province berlusconiani doc alla stregua di Formigoni o Podestà (Lombardia - Milano), vogliamo il nucleare ma non in Lombardia "perchè la Lombardia ha raggiunto l'autosufficienza energetica". Non si capisce comunque rispetto a quali dati il governatore padano abbia tratto questa conclusione visto che la Regione Lombardia è la prima divoratrice di energia in Italia con il consumo, da sola, di circa il 20% dell'energia prodotta complessivamente nel nostro paese. (dati Terna 2009). Secondo gli stessi dati, la Lombardia si trova in deficit energetico (cioè consuma più di quanto produce) il cui valore è tutto un programma: -32% !

{affiliatetextads 1,,_plugin}Gradiremmo sapare quindi Formigoni su che tipo di analisi e dati basa le proprie dichiarazioni che vengono poi propinate dai Tg di Regime. Formigoni, convinto nuclearista, continua a sostenere la tesi quindi che il nucleare va bene se fatto al Sud. Ci aspettiamo a breve qualche altra dichiarazione dell'immancabile Zaia e soprattuto aspettiamo le motivazioni del suo rifiuto alle centrali padane visto che il Veneto nel 2009 era una delle regioni più in deficit energetico d'Italia con un dato eloquente che si attesta sul -50%. Ma forse ha ragione Berlusconi, nella scelta dei siti ci sarà da ridere ma non di certo per il Governo visto che se non riesce a far aprire una discarica a Terzigno (anche perchè impegnato nelle leggi anti magistratura, anti intercettazioni, salva premier, etc) non si riesce proprio a comprendere con che tipo di argomentazioni cerca di far ingoiare il rospo nucleare agli italiani.

PS: per scaricare i dati statistici è sufficiente cliccare qui.

Antonio F.