Secondo Giovanni D’AGATA componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, le multe non tengono in considerazione il reddito del trasgressore che può incidere fortemente sul bilancio familiare di quel mese.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Questo rappresenta la violazione dell’art. 3 della Costituzione che fa riferimento alla discriminazione delle capacità finanziare tra coloro che grazie al proprio censo possono pagare e chi invece meno abbiente viene messo in ginocchio.

In Europa alcuni stati, per esempio in Austria, in Svizzera, l'importo delle multe è proporzionale al reddito del trasgressore.

In Italia al contrario nessuno ha mai ipotizzato questa soluzione che sarebbe vera espressione di uguaglianza e democrazia anche perché mantenendo lo status quo, un paperone in Ferrari si sentirà legittimato a trasgredire le norme del CdS, perché le sue tasche non verrebbero intaccate al contrario di un comune cittadino.