Reazioni ufficiali della Segreteria di Stato finora non ce ne sono state, ma l'imbarazzo e le perplessità continuano a crescere e il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inizia a valutare la possibilità di una presa di distanza. In ambienti vicini alle istituzioni pontificie impegnate a promuovere i valori della famiglia e della vita c'è chi si sente "tradito da tutto quanto sta emergendo dall'inchiesta dei giudici di Milano". In tanti si lamentano dietro l'anonimato. Ma qualcuno non teme di uscire allo scoperto. Come l'arcivescovo Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzeria Apostolica - il dicastero vaticano competente sui grandi peccati commessi dal clero - che invita ad "attendere che la giustizia faccia il suo corso in merito alle accuse rivolte al premier prima di esprimere giudizi definitivi" anche se non riesce proprio a nascondere anche lui "sconcerto ed imbarazzo".

{affiliatetextads 1,,_plugin}"Pronunciarsi sui capi d'accusa del premier è ancora difficile, ma se fosse vero - puntualizza l'arcivescovo - sarebbe veramente inquietante". Girotti è un "tecnico" di etica e di morale, essendo su queste tematiche uno dei più stretti collaboratori di Joseph Ratzinger, prima alla Congregazione della Dottrina della fede ed ora alla Penitenzeria Apostolica, dove è stato promosso dallo stesso Benedetto XVI. "Ognuno deve sforzarsi di osservare comportamenti morali di alto profilo, ma - sottolinea l'arcivescovo - un capo del governo deve essere ancora più attento. A questo punto, pur senza dare giudizi definitivi, è bene aspettare che i giudici facciano il loro lavoro. Ma se fosse tutto vero, la situazione sarebbe grave ed insostenibile. E qualcuno per il bene del Paese dovrebbe fare un passo indietro".

 

La Curia vaticana, dunque, ufficialmente tace ma "tacere è come parlare di fronte a quanto di imbarazzante e di sporco sta venendo a galla", si mormora a denti stretti tra i prelati più esposti nella pastorale familiare. Nessuno è più pronto a giurare sull'asse tra Berlusconi e il cardinale Bertone: "Ma quale intesa! Chi adombra scenari del genere confonde il dovuto rispetto che c'è tra le istituzioni con presunti rapporti privilegiati con determinati politici e la Segreteria di Stato". Stesse riservate arrivano dalla Cei. Ma si tratta solo di un silenzio momentaneo in vista della prolusione che il presidente Angelo Bagnasco terrà lunedì prossimo all'apertura del Consiglio Permanente dei vescovi. Il parlamentino episcopale non potrà far finta di niente. E sarà proprio lo stesso Bagnasco a sottolineare il disagio della Chiesa "sul calo della moralità e dell'etica che sempre più sta emergendo a livello politico e sociale".

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