Nell´indagine spunta la pista nera "Di Girolamo salvato da frangia di An"
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La sua elezione all´estero apparve subito dubbia, le indagini accertarono gravi irregolarità. Ma la Giunta per le autorizzazioni a procedere «fece quadrato» - secondo la procura – attorno al senatore. Adesso sono i contatti del suo «capo», dell´uomo che ha creato la sua candidatura e la sua elezione, Gennaro Mokbel, amico di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, di Antonio D´Inzillo l´ex esponente dei Nar, ad aprire la nuova pista d´indagine. Il gip Aldo Morgigni ricorda che in diverse conversazioni l´imprenditore ammette di aver girato denaro a Valerio e Francesca: «Li ho tirati fuori io. Quanto mi so´ costati? Un milione e due». Poi il «sostegno economico alla latitanza in Africa» di D´Inzillo. Nelle carte spunta il nome di Stefano Andrini, coinvolto in passato in un episodio di squadrismo, uomo del sindaco Alemanno, che lo ha imposto come ad all´Ama, la società che raccoglie i rifiuti nella capitale. Ieri si è auto sospeso. Secondo il gip, Andrini avrebbe scelto con Mokbel la residenza fittizia a Bruxelles per Di Girolamo.
Il magistrato non manca di sottolineare i contatti di Mokbel «con primari esponenti della scena politica nazionale per trovare un posto a Di Girolamo nel Pdl». E le intercettazioni non lasciano dubbi, il senatore è un burattino nelle mani dell´imprenditore, che lo tratta malissimo, lo chiama persino «schiavo». Di Girolamo obbedisce a tutto e – secondo i pm - fa da terminale quando il denaro riciclato all´estero dall´organizzazione deve rientrare in Italia. «Il senatore probabilmente è stato creato solo per questo», affermano gli inquirenti. Un ruolo in qualche modo confermato ieri da uno degli arrestati, Fabrizio Rubini, commercialista.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Nell´interrogatorio di garanzia, Rubini ha ammesso di aver consegnato nelle mani di Di Girolamo «due milioni di euro» provenienti dall´organizzazione di riciclaggio. Su un conto corrente, numero 23843 intestato a Carifin, presso la Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino risultano tredici bonifici per complessivi 3.508.571 euro provenienti da Hong Kong. Rubini ha ammesso prelievi per piccole trance, da 150 a 400 mila euro, e la consegna diretta a Di Girolamo. «Io pensavo che fossero soldi suoi», ha detto il commercialista. Non gli ha creduto nessuno. Poi ha confessato: «Si, dopo ho capito che forse...». Il sospetto è che parte di questi soldi siano stati girati dal senatore ad An. Sono in corso verifiche. In procura si sottolinea che qualora l´ipotesi di lavoro venisse accertata non è detto che il partito o suoi esponenti di rilievo conoscessero la provenienza illecita del finanziamento.
Rubini è praticamente l´unico a fare ammissioni importanti nella prima tornata di interrogatori. Quindici soltanto ieri. Mokbel e quasi tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si proseguirà venerdì. In procura si sospetta che quella di Di Girolamo non sia stata l´unica elezione della ‘ndrangheta. Si indaga su un altro caso.
Elsa Vinci - http://www.dirittiglobali.it/articolo.php?id_news=19381