La riscossa del Primitivo - Simbolo della Puglia caparbia
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D’ora in poi in tutte le enoteche del mondo il Primitivo di Puglia non sarà più sinonimo di “vino da taglio” ma al contrario di grande eccellenza enologica, grazie all’en plein di voti positivi portato a casa dal Primitivo di Manduria Es 2009 di Gianfranco Fino.
La notizia comunicata oggi in conferenza stampa ha reso ancora più prestigioso il risultato già straordinario, di alcuni giorni fa, dell’ ingresso dell’Es 2009 nella rosa dei migliori 4 vini d’Italia, grazie all’incrocio dei giudizi di 5 Guide: di “Fantastici 4” ha parlato efficacemente Winenews.it, mentre il Corriere della Sera il 7 ottobre scorso ha titolato “L’Outsider Primitivo sale sul podio dei vini”. Ora, con l’aggiunta della sesta Guida, la Luca Maroni, il cerchio si stringe a soli due vini. Giusto dunque parlare di fiore all’occhiello dell’enologia italiana. Un fatto ancor più straordinario se si pensa che il Primitivo sinora è sempre stato declassato a vino per “palati forti” se non “da taglio”, per via del suo robusto tenore acoolico. Caratteristica, questa, a dire il vero richiesta dai disciplinari di produzione (sia DOC che IGT) che espressamente indicano una gradazione minima di 14° per il Primitivo di Manduria e di 13° per il Gioia del Colle affinché il vino possa avere la sua denominazione.
“Congratulazioni a Gianfranco Fino e alla sua azienda per questo risultato, che avrà i sui riverberi su tutto il territorio regionale”, ha commentato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno che in conferenza stampa ha voluto invitare tutti i produttori pugliesi di Primitivo, per condividere la portata storica dell’avvenimento.
“A tutti i nostri produttori di Primitivo – ha proseguito Stefàno - i complimenti per aver tenuto duro, per aver insistito nel valorizzare un vitigno che rappresenta una delle nostre tracce identitarie più antiche. Questo riconoscimento è simbolo della Puglia produttiva, caparbia, capace, che crede e insiste nella valorizzazione delle sue radici più autentiche. Ma è anche emblema vincente di una politica regionale che ha creduto e crede nella efficacia di una strategia che affronti la globalizzazione e l’attuale crisi. Una strategia che incrocia la tutela e la valorizzazione delle tipicità con lo sguardo costante ai cambiamenti del mercato e nel contempo alla innovazione. E dunque: politiche di marketing, strategie di produzione, abilità tecnica, ricerca scientifica e nuove tecnologie, per ottenere un sempre più elevato standard qualitativo”.
“Il mio ringraziamento – conclude Stefàno - va ai produttori, ai tecnici e agli enologi di Puglia, per un lavoro lungo anni e condotto con sapienza, caparbietà e coraggio. Oggi grazie a questo lavoro Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia sono il biglietto da visita della Puglia in tutto il mondo. Una Puglia che si presenta, dunque, con declinazioni e sfumature diverse, e che anzi in questo trova la sua forza e unicità. Una Puglia che finalmente può competere, senza complessi di inferiorità, con i grandi vini del mondo”.