{affiliatetextads 1,,_plugin}Naturalmente la Uil è consapevole che la situazione è difficile e che va affrontata: “Condividiamo ad esempio – spiega Pugliese - che bisogna effettuare i tagli sulla sanità privata fino a parificarla agli standard nazionali: problema che abbiamo sollevato in tempi non sospetti e che effettivamente esiste. Anche perché i privati nell’ultimo decennio, di anno in anno, sono stati privilegiati al punto da sostituire in molti casi, anziché integrare, il servizio pubblico”.

Il segretario Uil pone poi una domanda: “Siamo certi – si chiede - che con questo piano di rientro, con il taglio dei posti letto e con il blocco dei turn over, ci sarà effettivamente un risparmio? Oppure ci sarà un incremento della spesa? I dati che possediamo dicono che in altre regioni, dove sono state fatte le stesse operazioni, la spesa è aumentata in maniera esponenziale”.

Che fare, dunque? “Bisogna intervenire sugli sprechi, sulle forniture, sulla spesa sanitaria dei privati (posti letto e diagnostica) e sulla spesa farmaceutica: questi sono gli interventi radicali per ridurre realmente i costi e migliorare nel contempo il servizio. Riteniamo sia profondamente ingiusto, al di là delle criticità che da sempre sono presenti nel comparto, essere i soli ‘osservati speciali’ da parte del governo. Tutti gli altri piani sono stati approvati, eppure molte Regioni stavano peggio di noi. Ecco perché va detto con chiarezza che se la Puglia non è la Svizzera, è certamente vero che non è neanche la Grecia”.