Un viaggio attraverso l'Europa e a ritroso nella storia fino al momento più oscuro del secolo buio, il Novecento. Si chiama "Treno della Memoria" il progetto - pensato e realizzato dall'associazione torinese Terra del Fuoco - che ogni anno accompagna liceali e universitari di alcune regioni del Nord e del Sud d'Italia nei luoghi dove l'umanità è rimasta a lungo sospesa: il ghetto ebraico di Cracovia, la fabbrica di Schindler e, soprattutto, i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.
Quest'anno si celebra il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz e dalla Puglia il "Treno della Memoria", organizzato dalla costola pugliese dell'associazione, ossia Terra del Fuoco - Mediterranea, partirà simbolicamente proprio il 27 gennaio, carico di oltre 700 liceali ed universitari provenienti da tutta la regione ed anche dalla Calabria, che faranno tappa, prima di superare il confine, pure alla Risiera di San Sabba, unico esempio di lager nazista in Italia.
Così ha commentate l'evento Guglielmo Minervini, assessore regionale alle politiche giovanili: "Care ragazze e cari ragazzi, state per intraprendere un viaggio nello spazio, perché partite dalla Puglia e andate a Cracovia, nel cuore dell'Europa. Sarà anche un viaggio nel tempo, perché andrete a toccare con mano quello che è successo settant'anni fa. Ma soprattutto state per fare il viaggio più importante e prezioso, che è quello all'interno di voi stessi e della vostra coscienza."
Domenica 1 Febbraio, alle ore 11, il Multisala Massimo di Lecce ospiterà il quarto concerto aperitivo della 45^ Stagione Concertistica organizzata dalla Camerata Musicale Salentina.
Ospite d'eccezione di questo appuntamento sarà il duo composto dal soprano Maria Luisa Casali e dal pianista Valerio De Giorgi.
Un'occasione per apprezzare la tecnica vocale e l'eccelsa qualità della voce della Casali, caratteristiche che si coniugano perfettamente con l'eleganza e l'abilità dell'accompagnamento del maestro Valerio De Giorgi.
Un duo affiatato e preparato, pronto ad ammaliare il pubblico con un viaggio tra le meravigliose note dei più grandi compositori, da Verdi a Puccini, da Donizettia Liszt fino a Chopin, riproponendo brani celebri come “Si, mi chiamano Mimì”, tratto dalla Bohème di Puccini, “Caro nome”, tratto dal Rigoletto di Verdi, e “Quel guardo”, un estratto del Don Pasquale di Donizetti.
BIGLIETTI
Poltronissima: € 15, rid.* € 13
Poltrona: € 12, rid.* € 10
Poltrona ultime file: € 10, rid* €8
* per >65 anni, <25 anni, Docenti, Studenti Universitari, Abbonati alla Stagione Sinfonica, Cral Telecom.
La riduzione verrà applicata soltanto dietro presentazione del documento che la consente.
INFO
Camerata Musicale Salentina
Via XXV Luglio 2B – Lecce
Tel: 0832 309901 - Cell: 348 0072654 (Info) - 348 0072655 (Ufficio Stampa)
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Nei nostri centri storici di Puglia, incastonati nella casbah delle case bianche e basse delle abitazioni, non si può ignorare la presenza di edifici particolari realizzati in pietra naturale, posti su vie principali che legano, in molti casi, punti focali autenticamente urbani del centro storico vivo delle città e in molti casi costruiti in modo strategico tra antiche porte di ingresso alla città e luoghi di difesa della stessa. Il Duomo di Barletta, ad esempio, è situato sulla originaria via principale che, partendo dalla antica porta a sud rivolta verso la città di Andria, oggi demolita, per far spazio al grande incrocio urbano contemporaneo tra corso Garibaldi e via D’Aragona, si innesta nel centro storico svoltando a destra, verso est, in direzione del Castello di difesa, eretto dagli Svevi su fortificazione Normanna, rafforzato ad opera di Pierre d’Angicourt verso la fine del XII secolo e più tardi dagli Aragonesi, intorno a cui nel 1500 furono aggiunti i bastioni angolari e scavati gli ampi fossati di difesa.
Nel cuore della città – La qualità urbana di queste vie è altissima e si costruisce mentalmente dentro chi le guarda come somma degli edifici storici e meno storici che costituiscono il contesto urbano storico esistente e stratificato creando così la città vera, consolidata nel tempo. Il Duomo è posto in fondo alla via, prima del Castello, dando ad esso letteralmente le spalle; nello specifico, l’abside gotica, rivolge il suo prospetto principale e la sua piccola piazza naturale, verso l’abitato, verso la casbah, chiudendo definitivamente lo sguardo e l’accesso verso il castello, con il suo campanile passante, posto sul lato nord tra il Duomo e l’antico tessuto urbano.
Oggi l’accesso principale al Duomo è improprio; si arriva alla chiesa dall’abside gotico, da est, a seguito della nuova pianificazione urbanistica che, ignorando la storia della città e dei suoi edifici, ha aperto ampi ingressi indefiniti intorno a essa. Per ritrovare l’ideazione architettonica del XII secolo, dell’edificio e della sua piccola piazza, che si è sviluppata in una lunga fase costruttiva durata circa 200 anni, ci si avvicina ad essi con grande cautela, sospendendo il respiro. Vanno guardate lentamente le facciate esterne, apparentemente semplici che conservano tutta la sapienza costruttiva Svevo Normanna in cui si sono innestati durante la costruzione, l’ingresso Romanico, segnato a sua volta dall’innesto di un portale Rinascimentale.
Barletta crocevia di civiltà diverse – Superato lentamente l’ingresso, ci si ritrova nella sua storia costruttiva e architettonica; le prime quattro campate, sino all’altezza del campanile sulla sinistra, sono campate romaniche costituite da sei colonne portanti snelle a sezione circolare sovrastate da capitelli scolpiti che fanno da base ad archi a tutto sesto. Proseguendo verso il presbiterio la chiesa si allunga con quattro campate gotiche costituite da pilastri in muratura di pietra naturale possenti che raggiungono, prima il presbiterio gotico, poi l’abside, in una soffusa luce che arriva dall’alto ad illuminare lo spirito degli uomini. A tutto ciò si aggiungono le sculture, incastonate nelle pareti esterne, le cornici che circondano le finestre viste poc’anzi, i capitelli interni non figurati nonché il Pergamo e il Ciborio del 1267, che raccontano, in un’unica architettura, un periodo storico importante per il nostro territorio testimoniando influenze orientali che in quel tempo abitavano questi luoghi, arricchendo la cultura della città di Barletta, nodo di transito tra Oriente e Occidente.
“Non è per ragioni propagandistiche, ma per ragioni di politica e di cultura che consideriamo necessario fare il punto sul complesso di tre leggi che sono state approvate questa mattina e che sanciscono un punto di svolta culturale nella nostra regione. Sono tre leggi infatti che ci aiutano a capire che siamo in un tempo differente in cui la cura del territorio, della bellezza, della storia e della memoria serve anche per produrre buona economia, un’altra idea di ricchezza che mette insieme i valori economici con i valori spirituali e i valori identitari”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che questa mattina, dopo l’approvazione in consiglio regionale di tre leggi (“Norme per la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale”, “Norme per la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi” e “Norme per la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario”) ha convocato una conferenza stampa insieme con gli assessori alla Qualità del territorio Angela Barbanente e al Demanio Leo Di Gioia.
“All’indomani della firma con il ministro Franceschini dell’accordo sul PPTR, il primo Piano che si sia fatto in Italia – ha aggiunto Vendola – queste tre leggi, lette insieme, rappresentano davvero lo sviluppo di una straordinaria rivoluzione nella cultura del territorio e del paesaggio nella nostra regione. Sono molto, molto orgoglioso di queste norme che fanno della Puglia una terra di avanguardia”.
“La prima legge approvata – ha spiegato la Vicepresidente e assessore alla Qualità del territorio, Angela Barbanente – riguarda la valorizzazione del patrimonio dell’archeologia industriale. Un patrimonio che in Puglia ha delle testimonianze di grandissimo valore, dai tabacchifici alle cave, agli opifici che non avevano alcuna forma di tutela né tantomeno una sede nella quale poter documentare gli avanzamenti della ricerca e della catalogazione in questo campo. La legge – ha specificato la Barbanente – è strettamente integrata alla legge regionale in materia di beni culturali. Nell’ambito quindi del patrimonio culturale della regione si inserisce anche il patrimonio di archeologia industriale. Noi siamo molto contenti di aver approvato questa legge nell’anno internazionale del patrimonio di archeologia industriale. E ci tengo a sottolineare anche che questa è la seconda legge in Italia, dopo quella dell’Umbria”.
La seconda legge approvata – hanno poi spiegato gli assessori Barbanente e Di Gioia – riguarda i trabucchi, macchine da pesca che, in Puglia, costituiscono un elemento fortemente identitario del Gargano”.
“E’ un patrimonio con facile deterioramento e quindi con necessità di manutenzione costante – hanno ribadito gli assessori – e noi, per far questo, abbiamo previsto nella legge non solo dell’inclusione della conoscenza (realizzando un censimento) del patrimonio dei trabucchi, anche quelli scomparsi, ma anche la valorizzazione del patrimonio con contributi finanziari ai proprietari, da parte della Regione, se però coerenti con l’uso del trabucco quale macchina da pesca”.
Infine la terza legge riguarda la salvaguardia degli habitat costieri, quali ad esempio le dune, che sono già tutelati da una serie di norme regionali e dal piano paesaggistico.
“Questa legge – ha concluso la Barbanente – rafforza il sistema sanzionatorio previsto per chi distrugge e compromette questi habitat, prevede la possibilità di revoca della autorizzazioni e infine rende obbligatorio il ripristino e il risarcimento, secondo quanto previsto da legge statale in materia ambientale”.
Giunge quest’anno alla diciassettesima edizione il Premio Letterario “Osservatorio”, concorso nazionale di poesia, narrativa e teatro per testi editi e inediti organizzato dall’Associazione Culturale “Teatro Osservatorio” di Bari con i patrocini di Regione Puglia, Provincia di Bari e Comune di Bari, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Fita (Federazione Italiana Teatro Amatori) e Fedac (Federazione Associazioni Culturali).
Cinque le sezioni di concorso: poesia inedita; libro edito di poesia; narrativa inedita; libro edito di narrativa; testo teatrale. I testi di ciascuna sezione verranno valutati da giurie specifiche.
La premiazione dei vincitori avverrà nel corso di una cerimonia pubblica che si svolgerà nel mese di maggio 2015.