I pendolari, coloro i quali sono costretti per lavoro o per necessità a muoversi utilizzando i mezzi pubblici, sono una folta schiera di cittadini perennemente insoddisfatti. Snervanti ritardi, imbarazzanti condizioni igieniche, pessima manutenzione delle carrozze sono i problemi che i passeggeri, abituali e non, sono costretti a fronteggiare quotidianamente. Che talvolta si possa imputare la colpa del cattivo stato del treni ai fruitori, specie quelli più giovani, è vero. Ma in questi anni un trend negativo si è andato progressivamente affermando. Ce lo conferma Mario Loizzo, Assessore ai Trasporti: “Per sanare la situazione abbiamo dovuto affrontare il monopolio dell’impresa di pulizia che per anni ha ottenuto l’appalto, ma che si rivelata scarsamente efficiente. Adesso il vincitore del nuovo appalto è una ditta tedesca, la Dussmann, straordinaria a livello europeo, che assicurerà treni lucidi grazie a nuovi metodi di pulizia.”
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Il Grande Salento non lascia ma raddoppia e diventa ancora più grande allo scopo di rilanciare un progetto finalizzato a fare apprezzare e conoscere questa parte della Puglia a tutto il resto d’Italia, d’Europa e del mondo. Si è aperta con questo annuncio la conferenza stampa organizzata in chiusura dell’incontro svoltosi questa mattina presso la Presidenza della Provincia di Brindisi tra il presidente Massimo Ferrarese, il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone e il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido.
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«Io non sono abituato a fare passi indietro, semmai in avanti». Per Nichi Vendola conto alla rovescia aspettando la candidatura che verrà. Quella alle regionali 2010. Dovranno trascorrere ancora sedici giorni, esattamente, e il governatore della Puglia dichiarerà ufficialmente di scendere in pista alle consultazioni che saranno celebrate fra cinque mesi. L´indiscrezione già circolava da qualche settimana. Adesso c´è una data: domenica 15 novembre, alla Fiera del levante, il rivoluzionario gentile romperà gli ormeggi e darà il via alla campagna elettorale. Andrà in scena una convention in piena regola dove «nessuno sarà spettatore, ma tutti potranno prendere la parola».
Non bisognerà attendere molto per sapere se saranno rinviati a giudizio o prosciolti. L'udienza preliminare, che sarà discussa il prossimo 2 dicembre davanti al giudice Annalisa De Benedictis, stabilirà infatti se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio del procuratore aggiunto Antonio De Donno nei confronti di Adriana Poli Bortone, 66 anni, ex sindaca ed ex vicesindaca di Lecce; del marito Giorgio Bortone, 74 anni, avvocato; di Giuseppe Montefrancesco, 79 anni, imprenditore di Copertino, socio della "Iskenia" e consuocero della Poli e del marito Bortone; e di Pasquale Corcelli, 63 anni, di Turi (Bari), amministratore della "Iskenia".
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La domanda di acciaio rimane bassa, i consumi non riprendono e Ilva è costretta a ricorrere alla cassa integrazione straordinaria. La misura sarà annunciata mercoledì 9 dicembre dai vertici aziendali durante l’incontro con le rappresentanze sindacali organizzato proprio per avviare le procedure di cigs. Il 7 del prossimo mese scadono le cinquantadue settimane di cassa ordinaria scattata l’anno scorso nello stabilimento siderurgico di Taranto, che hanno coinvolto fino a seimila dipendenti, e il gruppo Riva si appresta a prolungare il periodo di applicazione degli ammortizzatori sociali per tenere a bada gli effetti della crisi.Questa volta sarà coinvolto tutto lo stabilimento.
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«Inaccettabile utilizzare la mobilità al porto di Taranto». Luigi Angeletti, segretario generale nazionale della Uil, è perentorio. La tre giorni tarantina per seguire il congresso della Uilm non comincia con buone ntozie sul fronte della crisi. «E’ proprio la crisi - spiega Angeletti - a non dove diventare un’alibi». Il segretario arriva in una città sorpresa, sarebbe meglio dire scioccata, dall’annuncio della Taranto container terminal: l’azien - da della galassia Evergreen è pronta a mettere in mobilità 220 dipendenti, aprendo la procedura di 75 giorni al termine dei quali si apre sotto i piedi dei lavoratori il baratro del licenziamento.