La poltrona è però ancora occupata da Onofrio Sisto (nominato dall’amministrazione Divella), il cui mandato scade non prima di un anno e mezzo. L’attuale presidente, a quanto pare, avrebbe in mente per quel ruolo Alberto Verone­si, il direttore d’orchestra figlio del noto oncologo suo collega. Sisto, pe­rò, non può essere «dimissionato» e le pressioni su di lui a lasciare, fino ad ora, stanno sortendo l’effetto op­posto. La posizione rappresentata da Altieri, anche se attaccabile sul piano normativa, è parsa fermissima. Uno scontro all’arma bianca è quello che Emiliano deve evitare per impedire che il governo avochi a sé la guida del­la Fondazione. Di qui prende il via la trattativa: il cda è stato sospeso, le di­scussioni rinviate ad altre, più riserva­te, sedi. Con il duplice obiettivo di convincere Sisto a lasciare, offrendogli qualche responsabilità altrove, e Schittulli a rateizzare il debito che, se saldato imme­diatamente, manderebbe in rosso il bilancio della Fondazio­ne.

Se i conti non fossero in ordine, se la litigiosità degli enti mettesse a rischio la governabilità dell’ente, la Fondazione ri­schierebbe il commissariamento proprio alla vigilia della ria­pertura del Petruzzelli. La Provincia può contrattare da una posizione di vantaggio, ma Emiliano uno spazio di manovra ce l’ha: l’ente presieduto da Schittulli avrebbe moltissime diffi­coltà a sostenere l’attività dell’Orchestra sinfonica senza lo sbocco lavorativo della stagione della Fondazione che ne as­sorbe metà dell’impegno annuale, in più dovrebbe versare il contributo di un milione che ogni anno investono Comune e Regione. Inoltre Schittulli finora non è riuscito a esercitare il suo potere di nomina praticamente in nessun ente della Pro­vincia: cominciare a farlo nella Fondazione Petruzzelli l’aiute­rebbe a sedare i malumori nella coalizione.

(C) Corrieredelmezzogiorno.it