“La disciplina fiscale delle borse di studio, allegata dalla Regione Puglia, parlava chiaramente e recava testualmente: “l’amministrazione regionale, all’atto di erogazione delle borse, opererà la ritenuta fiscale limitatamente alla quota di contributo a carico dello Stato (40%) e della Regione (10%)”. È sembrato quindi chiaro, agli studenti ed alle loro famiglie, che sulla fetta di finanziamento comunitario non sarebbe stata applicata alcuna tassazione”.

“In realtà” prosegue la Bellanova, “sia la Corte di Giustizia Europea che la Corte di Cassazione hanno chiarito, in due diverse sentenze, che l’Unione europea “non consente alcun prelievo sui contributi versati ai beneficiari dei fondi strutturali”, ma la stessa UE “non esclude però che il reddito di cui fanno parte tali contributi, in base alla norma nazionale, possa essere assoggettato ad imposizione”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“È facile quindi immaginare lo sconcerto delle famiglie di questi giovani quando ad aprile 2010 si sono viste recapitare il CUD, con gli importi interi delle borse di studio da assoggettare a tassazione. Gli studenti e le loro famiglie hanno, a quel punto inteso, che sarebbe stata soggetta a tassazione anche la parte erogata dalla Comunità Europea. Centinaia di famiglie, quindi, non solo si sono viste etichettare da un momento all’altro come possibili evasori fiscali senza avere contezza di quanto stesse accadendo, ma dopo avere anticipato, in moltissimi casi, l’importo delle borse di studio pensando di fornire ai propri figli una ulteriore chance di professionalizzazione per accedere al mercato del lavoro, oggi non potranno usufruire neanche delle detrazioni poiché fuori tempo massimo”.

“La Regione Puglia ha già chiesto un parere all’Agenzia delle Entrate, al fine di comprendere se la normativa vigente inerente la quota comunitaria possa essere interpretata in diverse modalità. Data però l’importanza della situazione esposta ed il numero di famiglie interessate” conclude la Bellanova, “ ho presentato questa interrogazione, chiedendo anche al Ministro di approfondire la situazione, per prospettare una possibile risoluzione positiva a tutte queste persone che certamente, con l’iscrizione dei propri figli al master in oggetto, non avevano alcuna intenzione di evadere il fisco”.