Non è la soluzio­ne della crisi, ma solo uno spira­glio: tornano nella fabbrica di Tricase dieci operai, che diven­teranno quaranta entro il 30 no­vembre. Poi si lavorerà a rota­zione, nel tentativo di non la­sciare nessuno fuori dal ciclo produttivo. {affiliatetextads 1,,_plugin}L’incontro che si è tenuto ie­ri pomeriggio in Regione, a Ba­ri, è stato decisivo. Il patron Adelchi Sergio ha accettato an­che di collaborare con la task force regionale affinché venga­no individuate nuovi ipotesi di produzione e sbocchi produtti­vi alternativi. Infine si verifiche­rà se esistano ancora delle risor­se derivanti dall’accordo di pro­gramma sul Tac (tessile-abbi­gliamento- calzaturiero): in ca­so positivo, le imprese di Sergio chiederebbe­ro di accedere alle prov­videnze. Attorno al tavolo era­no seduti lo stesso Ser­gio e suo figlio Luca, gli assessori regionali Loredana Capone (Svi­luppo economico) e Michele Losappio (La­voro), il presidente del­la Provincia di Lecce Antonio Gabellone, i sindaci di Specchia e Tricase, i vertici sin­dacali, un rappresentante della prefettura di Lecce ed uno di Confindustria. L’esito della trattativa acco­glie la richiesta principale dei la­voratori: riprendere la produ­zione.

L’intesa prevede la ripre­sa «immediata» della produzio­ne. Infatti, sarà avviata «una manovia completa entro il 30 novembre prossimo» iniziando subito «con dieci dipendenti»: siccome la manovia (il proces­so col quale si costruisce tutta la scarpa) esige una progressi­va richiesta di manodopera, i dieci si quadruplicheranno en­tro la fine del mese entrante. «Adelchi - recita l’accordo - si impegna a far lavorare i dipen­denti a rotazione». In questo modo, la gran parte degli addet­ti, attualmente in cassa integra­zione, dovrebbe rientrare a tur­no nel ciclo produttivo. Il secondo aspetto dell’accor­do riguarda la possibile ricon­versione industriale delle azien­de del gruppo. La Confindu­stria e la Task force regionale per l’occupazione (guidata dal dirigente Davide Pellegrino) ve­rificheranno la possibilità di in­dividuare nuovi filoni produtti­vi. Si punta alla eventuale «ri­conversione industriale anche parziale delle aree interessate al­la crisi occupazionale, con l’obiettivo della ricollocazione di tutti i lavoratori». Sergio, in­somma, dà il via libera allo stu­dio concreto di tale possibilità. Terza questione: si chiederà al ministero dello Sviluppo eco­nomico di convocare «il colle­gio di vigilanza dell’accordo di programma stipulato» nell’apri­le del 2008. Stiamo parlando del protocollo con il quale furo­no stanziati 20 milioni da parte della Regione ed altrettanti da parte dello Stato per il soste­gno, il rilancio e la riconversio­ne del Tac. «Diverse aziende ­commenta Loredana Capone ­hanno chiesto di attingere a quelle risorse. Bisogna verifica­re che ce ne siano ancora di di­sponibili. Nel qual caso, anche Adelchi potrebbe chiedere un’attribuzione di fondi che po­trebbero essere utili in questa fase».

La Regione è pronta a ri­mettere mano al portafoglio, se non altro per la formazione o la riconversione del personale. Bi­sogna verificare se dal governo arriva analoga disponibilità. Capone è soddisfatta dell’in­tesa. «Ma - avverte - la crisi non ci dà tempo: tutte le attivi­tà richiedono il massimo sforzo da parte delle imprese. La Re­gione continuerà a sostenere tutti gli sforzi finalizzati a soste­nere i lavoratori e le loro fami­glie ». L’opposizione concorda. «L’accordo di ieri - dice Rocco Palese (Pdl) - è un primo risul­tato positivo, ma va giudicato solo un punto di partenza. Oc­corre continuare ad adoperarsi, anche l’azienda lo deve fare, per riportare al lavoro tutte le maestranze».

Francesco Strippoli - Corrieredelmezzogiorno.it