Con loro, i dodici Presidi pugliesi, tra cui la Mandorla di Toritto e la Cipolla Rossa di Acquaviva. New entry: il Biscotto Cegliese, il Pomodoro Regina “a filo” di Torre Canne e la Carota di Polignano a Mare. E, naturalmente, ci saranno tutte le attività di Slow Food Puglia, “regia” della partecipazione pugliese al Salone di Torino, organizzata e sostenuta dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e da Uniocamere Puglia.

{affiliatetextads 1,,_plugin}I visitatori saranno accompagnati in un viaggio alla scoperta dei profumi, dei sapori e dei colori pugliesi, che si snoderà non solo tra le bancarelle del mercato, ma anche attraverso le esperienze sensoriali dei percorsi enogastronomici, dedicati all’olio extravergine d’oliva, al vino, ai formaggi, ai cereali, a carne e salumi, al pesce e ai dolci. Da non perdere le “Soste Slow nella Puglia dei Sapori”, itinerario fra i due mari e l’entroterra della Puglia, occasione per scoprire il patrimonio storico, artistico e culturale che ogni pietanza pugliese può rivelare. Non potevano mancare, poi, i Laboratori del Gusto, per imparare a degustare le tipicità pugliesi, ed i Laboratori Didattici curati dalle Masserie Didattiche di Puglia, dove i più piccoli si cimenteranno nella preparazione delle orecchiette e nella filatura della lana.

“La Regione Puglia – dichiara l’Assessore regionale Dario Stefàno – non può mancare al Salone del Gusto, occasione importante di promozione del nostro agroalimentare, che stiamo accompagnando verso un nuovo protagonismo. Siamo convinti, infatti, che sulla qualità e l’identità, elementi che caratterizzano le nostre specificità enogastronomiche, sia possibile costruire una prospettiva di successo per tutto il comparto pugliese. Per questo ci piace offrire, anche a Torino, un “racconto” a tutto tondo della Puglia, attraverso i nostri prodotti, capaci di svelare la bravura e la passione degli operatori di tutta la filiera, l’attaccamento alle tradizioni ma anche la creatività nel leggere la modernità, la valorizzazione delle micro-economie locali e delle filiere corte, che tutti assieme stiamo facendo. Un lavoro quotidiano, che in queste occasioni ci consente di presentare un patrimonio straordinario di prodotti, ambasciatori dei valori e delle tradizioni che rendono unica la Puglia”.

“Il Salone del Gusto – spiega il Presidente di Unioncamere Puglia, Luigi Farace – è un viaggio nelle identità agroalimentari dei territori, quest’anno organizzato per regioni e aree del mondo che presentano le loro eccellenze. Il Salone riflette la filosofia della nuova agricoltura, che sposa e promuove i grandi temi della sostenibilità ambientale e della tracciabilità dei prodotti.
Un circolo virtuoso di buone pratiche e salvaguardia della tradizione che vede nella Puglia un’ottima fucina. Inoltre, quest’anno in particolar modo, visto l’alto numero di adesioni pervenute da parte di aziende produttrici di olio, si è cercato di garantire una equilibrata rappresentanza dei prodotti e dei territori, sempre sulla base degli standard qualitativi delle aziende, verificabili sulla Guida agli oli extra vergini di oliva di Slow Food”.

“Raccontare la Puglia, è impresa non facile – aggiunge Michele Bruno, Presidente di Slow Food Puglia – , perché è un territorio che esprime elementi comuni, ma anche tante differenze. Questa è la sfida che Slow Food Puglia raccoglie, impegnandosi a far vivere ai partecipanti ai Laboratori del Gusto tutte le sfaccettature di una terra generosa, caratterizzata da una biodiversità straordinaria e attraversata da culture diverse, ognuna con le proprie ricchezze, la propria identità, i propri sapori.
Nelle edizioni passate si è potuto constatare che le degustazioni sono per gli ospiti preziose occasioni di incontro, di confronto, di scoperta, di crescita, anche in virtù della tipologia di pubblico del Salone del Gusto, costituito non solo da appassionati e curiosi, preparati e motivati, ma anche da tanti professionisti del settore.
L’auspicio è che, nell’edizione 2010, sia sempre in ascesa la qualità di visitatori dello stand Puglia, affinché cresca il numero di “ambasciatori” della nostra terra e dei nostri prodotti d’eccellenza, in Italia e nel mondo”.

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