Cesare Peluso (Idv) - Lecce città sporca d'Europa
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Tutte le città hanno i loro spazi verdi, i loro parchi, alcune città ne hanno anche più di uno. Mi vengono in mente i Giardini Margherita di Bologna, il Parco Ducale e il Parco Cittadella a Parma, Villa Borghese a Roma, e non mi spingo a fare esempi di città estere perché non è proprio il caso, non c’è proprio paragone. Spazi in cui le famiglie possono portare i bambini a giocare e a respirare un poco di aria pulita, dove i ragazzi possono giocare a pallone, leggere su un prato, andare sui pattini, in bicicletta, fare footing, spazi in cui gli anziani possono passeggiare senza rischiare di essere investiti, in cui possono sedere all’ombra su una panchina nelle calde giornate estive.
{affiliatetextads 1,,_plugin}E’ mai possibile che a Lecce tutto questo sia solo un sogno irrealizzabile, un’utopia impronunciabile? Mi sento in preda ad uno stato di forte rabbia, ma anche di rassegnazione: no, Lecce non avrà mai il suo parco, no, a Lecce no! A Lecce si costruiscono palazzi per uffici o studi professionali, perché credo che gli appartamenti per uso abitativo restino deserti, in un momento di crisi economica in cui ben poche persone hanno la disponibilità economica di acquistare appartamenti. Anche per aree inizialmente non destinate ad essere edificabili, basta una piccola variazione nei piani urbanistici ed ecco che, come per magia si possono vendere spazi già verdi (come la scuola materna di piazza Partigiani) o aree potenzialmente destinabili alla realizzazione di un parco di quartiere (come la famosa via Cicolella). E vendere a chi? A chi paga bene e fa affari col cemento, alle ditte costruttrici. Al Comune fa comodo, per ripianare dissesti economici e dunque il risultato finale è che ci si vende la città e si lasciano proliferare come funghi palazzoni vari!
Io mi chiedo, a volte: “ma i nostri amministratori non viaggiano mai”? Può mai essere possibile che noi leccesi, quando viaggiamo e andiamo all’estero, restiamo a bocca aperta davanti a parchi, giardini e orti botanici? Succede. Restiamo a bocca aperta, sorpresi e ci viene naturale esclamare “che bello, ma non si potrebbe fare anche a Lecce un parco così? Che pace, che quiete, che rispetto per la natura e per gli spazi urbani, organizzati in modo sostenibile”.
Da consigliere circoscrizionale, ogni volta che propongo a qualche assessore in visita istituzionale nei quartieri la realizzazione di parchi e aree verdi, non vengo nemmeno preso in considerazione, sono stufo di così poco rispetto! E’ mai possibile che, in questa nostra tanto maltrattata città, chi pensa a parchi o aree verdi, debba essere guardato come un alieno o come un povero ragazzino che coltiva questi puerili pensieri, come un utopista che si dovrebbe solo rassegnare?! Pare quasi che i nostri amministratori soffrano di una qualche strana forma di allergia alla parola “verde” o che tale parola suoni in questa città come un’immane bestemmia. Ora basta, la cittadinanza dovrebbe ribellarsi a questa progressiva cementificazione della città, almeno prima che qualcuno ci muri anche la porta di casa senza che ce ne accorgiamo! Basta, non è più accettabile che il verde pubblico di questa città si riduca a qualche alberello piantato nei famosi rondò, cosa tra l’altro molto pericolosa, perché se qualcuno sbaglia manovra, prende il volo e finisce contro un albero! Il verde pubblico è ben altra cosa e deve essere fruibile liberamente.
{affiliatetextads 2,,_plugin}Preferisco non dilungarmi sulla qualità dell’aria, sul traffico, sull’inciviltà di chi parcheggia sui marciapiedi e sulle strade in cui è consuetudine parcheggiare in seconda fila e lo si fa sistematicamente e sul fatto che tutti questi comportamenti non siano mai sanzionati dagli addetti a tale ruolo, con tanti saluti alla tutela e alla protezione dei cittadini. Non mi dedico ad affrontare argomenti come l’inadeguatezza assoluta del trasporto pubblico, come lo spreco immane di risorse per un filobus mai partito e che mai partirà perché altrimenti il traffico impazzirebbe, alla pericolosità delle pochissime piste ciclabili audacemente realizzate a ridosso dell’uscita dei negozi o che sbucano improvvisamente sulla brecciolina di qualche uscita di private villette (vedere viale Aldo Moro), senza contare poi marciapiedi rotti, strade piene di buche come voragini, barriere architettoniche ecc. Ricordo ai nostri amministratori che una città deve avere i conti in ordine, ma deve anche essere vivibile! E segnalo anche che, questa amministrazione è stata eletta nel 2007 e non ha fatto nulla, forse per mancanza di fondi o forse per inadeguatezza organizzativa, certo è che dalla mia circoscrizione son passati sindaco e fior di assessori con le loro belle piantine e i loro progettini e tavole pitagoriche varie, hanno promesso, hanno presentato progetti faraonici o più fattibili, ma mai nulla è stato realmente realizzato! Sono passati tre anni dall’elezione del sindaco Perrone a Palazzo Carafa e ancora dobbiamo sapere per cosa questo sindaco sarà ricordato, forse per aver intrappolato Lecce in una ragnatela o nemmeno per quello, visto che il progetto del filobus era in fine quando lui è stato eletto e restava solo di farlo partire.
Cesare Peluso
consigliere circoscrizionale della terza Circoscrizione e coordinatore provinciale giovani dell’Italia dei Valori