Nel 2011 il “Premio Lupo” cambia formula, raddoppia il numero delle sezioni in gara e si accinge a offrire tre giorni di eventi, aperitivi letterari e incontri con gli autori. L’ultima edizione è stata quella con più adesioni, con 104 opere a concorrere all’assegnazione dei premi: alla fine l’hanno spuntata Francesco Quitadamo per la sezione “Adulti” e Valentina Salvanio per gli Under 18. Nel 2009, invece, sugli 83 lavori presentati, i migliori erano stati quelli di Maricla Di Dio Morgano e Giulia Roverato. Complessivamente, nei primi cinque anni le giurie del “Premio Lupo” hanno valutato 327 racconti, un totale di circa 2 milioni di parole per raccontare i Monti Dauni, l’unicità e la magia di questo lembo di terra verde posto nel cuore della provincia foggiana.

Il concorso ha registrato un successo crescente: al suo esordio, nel 2006, furono 37 i partecipanti, l’anno dopo 43 e quello successivo 60, nel 2009 (83) e nel 2010 (104) il premio non ha smesso di crescere. Il concorso ideato sei anni fa ha un duplice obiettivo: valorizzare il patrimonio di storia e cultura rappresentato dai comuni dei Monti Dauni; dare un’opportunità al talento. Le storie del “Lupo”, i suoi racconti, hanno il pregio di navigare con le parole tra i colori e le onde emotive suscitate dal paesaggio umano e ambientale dei Monti Dauni. Il premio richiama la figura del lupo per i significati che essa rappresenta: l’immagine austera di un’animale che oggi recupera gli spazi da cui era stato scacciato. Allo stesso modo, le comunità dei Monti Dauni intendono riappropriarsi della propria storia. Il progetto prende vita dall'esigenza di una popolazione che avverte la necessità di un riscatto morale, culturale e sociale.

I Monti Dauni sono un’area che conta 30 comuni (con Lucera), 140mila abitanti, oltre 500 tra chiese, siti d’interesse comunitario e musei etnografici, 8 paesi certificati con marchi di qualità turistico- ambientali. Insieme, i borghi dei Monti Dauni forniscono i due terzi dell’energia da fonti rinnovabili prodotta dall’intera Puglia. Un terzo del polmone verde pugliese è sulle alture dell’Appennino Dauno. I fiumi, i laghi, le riserve faunistiche dell’area rappresentano un unicum ambientale, un vero e proprio giacimento di biodiversità. E’ qui che si trova il paese meno popoloso della Puglia, Celle di San Vito, che conta 186 abitanti. Ed è sempre qui la vetta più alta della regione, il Monte Cornacchia. In questo ampio fazzoletto di terra, pari al 10 per cento dell’intera superficie regionale, albergano le specie animali e vegetali più selvatiche e preziose: il lupo, il cinghiale, la volpe, il falco popolano aree boschive ricche di sorgenti, funghi, tartufi, erbe spontanee e officinali, un immenso patrimonio di ambiente e cultura.

Info: www.premiolupo.com