Confapi e Legambiente: Normative energie rinnovabili nel “caos”, il Governo intervenga
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Dichiara Bratta: si tratta dell'ennesima posizione ideologica del Ministero dello Sviluppo Economico per il quale le uniche fonti energetiche “plausibili” sono quelle fossili a tutela dei soliti noti.
Oltre tutta l'indecisione normativa degli annunci sul conto energia che lasciano nell'incertezza solo 150.000 occupati, i cittadini e gli operatori in queste settimane stanno “vivendo” il “dilettantismo” di uno sviluppo economico non in grado di pianificare se stesso. Alcuni esempi di lavoro quotidiano che vivono gli operati delle rinnovabili:
1) centinaia di impianti fotovoltaici subiscono ritardi nell'allacciamento alla rete in quanto i dati dei gestori di rete non sono ancora perfettamente allineati con quelli del sistema informatico di TERNA denominato GAUDI'. Uno strumento creato a fini statistici sta creando una situazione paradossale, causando ritardi nelle connessioni che verranno forse effettuate nel mese di Luglio 2012: si prefigurano ingenti danni economici a carico degli utenti finali.
2) Da pochi giorni è stata pubblicata la norma tecnica CEI 0-21 che sancisce le regole di connessione in vigore dal 1 Luglio 2012. Il primo effetto è che un impianto perfettamente in regola il 30 giugno non lo è più il giorno dopo.
3) La stessa norma CEI 0-21 introduce l'obbligatorietà della prova del sistema con una costosissima apparecchiatura che ad oggi non è reperibile con i necessari adeguamenti alla norma CEI 0-21, saranno in commercio forse a fine Luglio 2012.
4) Dal 1° di luglio 2012 i moduli e gli inverter fotovoltaici, per accedere all'incentivo del 2° semestre 2012, dovranno obbligatoriamente avere tutte le certificazioni descritte all'art. 11 comma 6 del decreto IV Conto Energia: ad oggi non si conosce se le certificazioni dei componenti installati saranno considerate valide e sufficienti dal GSE.
Bratta di Confapi e Tarantini di Legambiente per scongiurare il “caos” totale del settore delle rinnovabili chiedono a gran voce al Governo di rispettare almeno il patto stretto con le Regioni, apportando le modifiche alle bozze richieste entro la fine di giugno.