Le tragedie dell'Ilva di Taranto e dell'Enichem di Manfredonia raccontate da Alessadro Langiu
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Da un lato vedono il mar piccolo, dall'altro le ciminiere. In mezzo ci sono tutti gli abitanti delle palazzine. I tre ragazzi giocano a pallone, rompono i citofoni, sfidano a calcio i visitatori del sabato pomeriggio. Immaginano che la fabbrica produca nuvole, e non acciaio. Vengono svegliati da suono delle aspirapolvere che le mamme delle palazzine, in maggioranza casalinghe, passano tre volte al giorno, per raccogliere la polvere rossa, e nera, che entra nelle case. Il loro crescere, diventare grandi, corrisponde al lento svuotamento delle palazzine. Chi può va via, chi resta purtroppo si ammala. Il rione Tambu ri di Taranto è un quartiere operaio, come tanti altri in Italia. Nel 2001 l'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato il rione Tamburi priorità mondiale per le neoplasie alle vie respiratorie. L'incidenza era due volte e mezzo superiore a quella nazionale. Oggi è divenuta quattro volte superiore. L'ILVA produce il 90% del totale della diossina industriale italiana. In base a ricerche dell'Arpa e dell'ASL, 1500 pecore sono state abbattute perché il loro latte conteneva diossina. Tracce ne sono state trovate anche nel latte materno. Oggi l'acciaieria continua a lavorare in violazione dell'Autorizzazione Integrata ambientale (come altri impianti in Italia). Lo stato italiano paga una multa salata, per tale violazione. A seguito della legge regionale sulla diossina, l'ILVA ha modificato in parte la modalità di produzione (inserendo l'urea), abbassando l'emissioni di diossina, che risultano comunque superiori ai livelli consentiti in Europa. Il testo dello spettacolo è stato inserito anche nella raccolta "Senza corpo. Voci della nuova scena italiana" a cura di Debora Pietrobono (Minimum Fax).
Venerdì 29 gennaio Langiu sarà in scena presso il Teatro Cargo a Genova con “Anagrafe Lovecchio”. La storia della Seveso del Sud, l'Enichem di Manfredonia, in provincia di Foggia. È la storia di Nicola Lovecchio, operaio del petrolchimico, alla ricerca di risposte sulla genesi di una malattia devastante che non gli lascia alcuna speranza. Nicola Lovecchio era al lavoro quando il 26 settembre 1976 scoppiò una colonna di ammoniaca. Nel 1994 gli fu diagnosticato un tumore ai polmoni. Grazie all'incontro e alla collaborazione con l'oncologo Maurizio Portaluri raccoglierà le prove dell'origine della sua malattia e quella di molti colle ghi. Lo spettacolo di e con Alessandro Langiu, prodotto dall’associazione Nemesi e dalla Regione Puglia, ha musiche originali di Matteo Nahum eseguite dal vivo (Cristiano de Fabritiis – batteria, Yvonne Fisher – clarinetto, Matteo Nahum – chitarra).
{affiliatetextads 1,,_plugin}Dallo spettacolo è nato anche libro “Di Fabbrica si muore”, pubblicato dalla casa editrice Manni, che comprende un reportage e il testo teatrale che ricostruiscono la storia esemplare e drammatica di un operaio. La prima parte del libro, scritta da Maurizio Portaluri, è un lavoro d’indagine, quasi un reportage che, partendo dall’incidente che nel 1976 provocò la fuoriuscita di decine di tonnellate di arsenico dallo stabilimento (evento lasciato colpevolmente scivolare nel silenzio e nell’indifferenza) denuncia i misteri del petrolchimico. La seconda parte è il testo dello spettacolo, scrit to da Langiu, in cui la drammatica vicenda di Lovecchio viene rappresentata con la forza della realtà e con un’intensità emotiva che spiazza e commuove il lettore.
Dal 19 gennaio il libro sarà scaricabile come e-book sul sito www.mannieditori.it