FRANCAVILLA FONTANA(BR) - La presunta aggressione subita dal consigliere comunale Benedetto Proto (Pdl) per opera di un mendicante nigeriano all’inizio della settimana continua a produrre strascichi per certi aspetti inattesi. Proto, dopo la rinuncia alle “ronde” per cui si era tanto speso nei mesi scorsi fino a ottenerne l’approvazione del consiglio comunale, si sfoga ancora annunciando: «Mi dimetto da consigliere comunale perché questa storia mi sta facendo troppo male e questa città non merita il mio impegno». A far riflettere Proto sull’ipotesi di dimettersi dalle massime assise cittadine, l’accerchiamento dopo i giorni del fattaccio, la cui dinamica, tuttavia, resta ancora da chiarire. A smentire il consigliere pidiellino, infatti, c’è stata una presunta testimone oculare, Alessandra Latartara, titolare del panificio nei pressi del quale si è verificato l’episodio, che nei giorni scorsi ha difeso il presunto aggressore Friday Osaf dicendo che questi non avrebbe né aggredito né minacciato Proto con un coltello.
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Sul sito del Comune di Avetrana è possibile leggere come si sa, le delibere di giunta e di consiglio. Questa sera sfogliavo le ultime delibere del Consiglio Comunale e specificatamente quelle relative alla seduta del 10 Agosto 2010. In particolare vi è la delibera n. 25 avente per oggeto "Riconoscimento debiti fuori bilancio art. 194 lett. E) D. Lgs. n. 267/2000" che ha attirato particolarmente la mia attenzione. Leggendo i vari destinatari dei pagamenti per prestazioni svolte in precedenza non ci vuole un mago per capire che in alcuni casi si tratta di famigliari a vario titolo sia del Sindaco Mario De Marco che di vari componenti della maggioranza di destra. Giusto per agevolarvi la lettura vi incollo subito i pagamenti più "interessanti"
Il giornale Italia Terra Nostra ha posto 24 domande a Nichi su sanità e San Raffaele del Mediterraneo di Taranto.
Ecco le risposte:
1. Lei da quanti anni governa la Regione Puglia?
Dall’aprile del 2005.
2. I conti sanitari sono in rosso?
Sì, la gestione della sanità in Puglia, come in tutte le regioni italiane è strutturalmente in deficit per la necessità di assicurare i LEA (cioè i livelli essenziali di assistenza) a tutti i residenti in regione (cittadini e migranti a qualunque titolo), per alcune ragioni strutturali (rete ospedaliera obsoleta e troppo frammentata, dispersione burocratica amministrativa delle vecchie Asl oggi finalmente riaccorpate, per estesi livelli di inappropriatezza).
Tuttavia la Puglia è l’unica regione del Mezzogiorno non commissariata per disavanzo sanitario.
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Va bene la lotta alla violenza negli stadi ma diciamo “No!” alla “carta di credito” del tifoso!”, “No!” alla schedatura fascista che finirà per favorire i gruppi che gestiscono i diritti televisivi e le grandi banche.
C’era da aspettarselo che la famigerata “Tessera del Tifoso” facesse le sue prime “vittime” proprio nel precampionato: i dati, infatti, forniti da alcune società di calcio di serie “A” segnalano un crollo vertiginoso degli abbonamenti. Si parla già di una diminuzione di oltre 100.000 abbonati con un calo del 18 % a livello nazionale mentre quasi tutte le campagne abbonamenti sono state chiuse. Un vero e proprio flop se si pensa che le card sottoscritte sono solo 200mila a fronte delle 500 mila previste dal Ministero degli Interni.
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Pietro Di Grusa, Giacomo Russo e Salvo Altadonna sono in sciopero della fame da oltre dieci giorni a Palermo, per rivendicare il loro diritto al lavoro e ad una vita dignitosa e per protestare contro i tagli inferti alla scuola pubblica dal ministro Gelmini, con la supervisione e il placet di Tremonti. Pietro, Giacomo e Salvo sono solo tre dei 160.000 precari della scuola di tutta Italia che il ministro Gelmini ha deciso di mettere ai margini della società, convinta che il miglior modo per prepararsi al futuro sia quello di tagliare sulla scuola pubblica, sull’educazione e sulla preparazione delle nuove generazioni.Quando si decide di mettere in gioco la propria vita per protestare, quando si arriva a considerare la possibilità di utilizzare il proprio corpo per avere voce, si tratta sempre di scelte drammatiche, esasperate, condizionate dall’immobilismo e dalla cecità delle istituzioni.
Il Sud come l’India o alcuni Paesi dell’Africa, almeno secondo Umberto Bossi. Il leader della Lega, intervenendo ad una festa del carroccio a Busto Arsizio, ha dato una propria lettura dell’Unità d’Italia, come riporta Varese News. In particolare, il senatur, ha sposato la visione pubblicata nel libro “Il regno del Nord” dove si sostiene che l’unificazione è stato il frutto del bisogno delle imprese del Settentrione di avere una colonia dove vendere i propri prodotti. “Non pensavano allora che venisse fuori un guazzabuglio di questo tipo – dice Umberto Bossi – e furono gli stessi imprenditori del nord a finanziare Garibaldi per prendere il Sud”. Il leader della Lega – sempre secondo quanto riporta Varese News – ha poi affermato che il Nord ha pagato mille volte di più la scelta di non trasformare il Meridione in una colonia vera e propria.