Le drammatiche giornate di Rosarno rappresentano il precipizio culturale e sociale nel quale il nostro paese sta scivolando. Mentre in Calabria la ndrangheta alimenta e organizza le pulsioni razziste di una indegna caccia all´immigrato, la ministra Gelmini affronta il tema della società interculturale fissando il tetto del 30% di bambini stranieri nelle scuole e Maroni tuona contro l´eccessiva tolleranza nei confronti dei clandestini. E´ in questo scenario drammatica che si articola la discussione sulle prossime elezioni regionali.
Leggi tutto: DOCUMENTO POLITICO DELL´ASSEMBLEA REGIONALE DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA´
Apprendiamo dalla stampa la notizia che “l’esploratore-candidato” della coalizione di centro-sinistra, Francesco Boccia, rispetto all’acqua dice a chiare lettere che l’acquedotto deve rimanere una società per azioni (dunque, un’impresa finalizzata al profitto) che dovrà essere aperta ai privati. Questa dichiarazione è agli antipodi del processo di ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese in corso, voluto da una grande parte della cittadinanza pugliese e avviato dal Governo regionale, con la delibera approvata all’unanimità lo scorso 20 ottobre e, dunque, approvata anche da quei partiti (PD e Verdi) che oggi, stando alle dichiarazioni di F. Boccia, sembrano appoggiare una coalizione pronta a riportare l’acquedotto pugliese esattamente nella situazione di 10 anni fa, quando nel 1999 fu trasformato dal Governo D’Alema in una società per azioni.
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Dopo cinque anni di buona politica e di rinnovamento di una regione che versava in uno stato di incuria sociale e civile, i pugliesi devono difendere l'«anomalia» del paese. Le lobby partitiche che nelle camere oscure della capitale mettono in opera il subdolo tentativo di barattare la regione in cambio di alleanze politiche nazionali secondo la logica dell'inciucio, senza alcuna iniziativa di consultazione dal basso, evitando a tutti i costi le primarie e bypassando i fermenti reali del popolo, provano ad assoggettarci a cavie di laboratorio private della libertà di poter disporre del proprio futuro. Per questi motivi è urgente e necessario scendere in piazza per dimostrare il nostro sostegno a Nichi Vendola, e rispondere alle invettive di coloro che predicano l'assenza di un consenso reale.
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Di quali Verdi stia parlando Boccia, non lo sa nemmeno la presidente regionale del partito Magda Terrevoli. Prontamente oggi ha smentito “la partecipazione dei Verdi all’Alleanza per la Puglia a sostegno della candidatura di Francesco Boccia alla presidenza della Regione”. In più, l’attuale assessore pugliese al turismo sottolinea “l’indisponibilità a sostenere altre candidature al di fuori di quella del presidente uscente, Nichi Vendola, senza il previo ricorso alle elezioni primarie regionali”. La discussione della proposta di Boccia sarà presa in considerazione sabato 9 gennaio durante l’assemblea regionale di partito.
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Collegandoci a precedenti prese di posizione confermiamo la nostra scelta in favore della ricandidatura di Vendola a Presidente delle Regione Puglia. E lo facciamo rilevando che ogni qualsiasi altra ipotesi segnata dalla cosiddetta “discontinuità" significherebbe per tutte le forze che hanno sostenuto la Giunta Vendola la sconfessione di quella esperienza che, nella difficile situazione ereditata, ha saputo fare scelte avanzate e lungimiranti sul versante dell'equità sociale, della promozione di un'economia capace di valorizzare le vocazioni e le risorse territoriali, della difesa di beni comuni, del riconoscimento di importanti diritti civili, della tutela dell'ambiente e della salute.
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