Milano, Tangenti. Pennisi patteggia la pena Concessi gli arresti domiciliari
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CONCESSI I DOMICILIARI - Il difensore di Milko Pennisi, l'avvocato Antonio Bana, dopo che il giudice Gaetano Brusa ha accolto la richiesta di patteggiamento a 2 anni e 10 mesi di carcere, ha depositato un'istanza di revoca della misura cautelare in carcere e in subordine una richiesta di arresti domiciliari. L'avvocato Bana ha inoltre riferito che Pennisi «spontaneamente» ha versato «una somma simbolica - 5 mila euro, ndr - al Comune di Milano come forma di risarcimento per il danno di immagine». Il giudice ha accolto l'istanza avanzata dal difensore, con la motivazione che il comportamento processuale dell'ex esponente del Pdl è stato corretto, in quanto ha definito la sua posizione «in termini solerti», ha ammesso i fatti, ha risarcito il danno al Comune, ha restituito la somma della tangente e si è dimesso da ogni incarico.
{affiliatetextads 1,,_plugin}LE INDAGINI IN CORSO - «Tutto si è concluso», ha detto l'avvocato Bana. Pennisi tuttavia resta indagato: il patteggiamento di oggi riguarda solamente l'episodio per cui l'ex presidente della commissione urbanistica comunale lo scorso 11 febbraio è stato arrestato per concussione. Resta aperto uno stralcio di inchiesta delle pm Grazia Pradella, Laura Pedio e Tiziana Siciliano, per verificare se ci siano stati o meno altri episodi di concussione e corruzione che coinvolgono anche altre persone. Al vaglio degli inquirenti ci sono una decina di pratiche urbanistiche. Pennisi, dopo 50 giorni passati in cella, lascerà nella prossime ore San Vittore per andare a casa dei suoi familiari.
(C) Corriere della Sera