Avevamo fiducia in Berlusconi e nel berlusconismo su tre punti fondamentali: la rivoluzione liberale, e non c’è stata anzi la cacciata di Fini è una cafonata illiberale, il bipartitismo fondato su regole democratiche, e non c’è stato, e infine la nascita di un grande partito liberale di centrodestra, e neanche questo obiettivo è stato raggiunto. Ecco perché il berlusconismo ha fallito”.

Se ne accorge soltanto ora?

“AN è stata molto generosa a rinunciare al proprio simbolo per fondersi nel PDL ma questo epilogo non ce lo aspettavamo. Non cadiamo dalle nuvole, però va detto anche che in questi due anni di governo abbiamo osservato attentamente l’operato di Berlusconi, il quale con una maggioranza parlamentare enorme e un ampio consenso popolare è stato capace di fare molto poco. Solo briciole, in mezzo a lodi, leggi ad personam e scandali di corruzione. Tutto questo ci fa dubitare realmente che Berlusconi possa essere il leader capace di veicolare e realizzare le aspirazioni che tutti avevamo riposto su di lui”.

Mercoledì si vota la sfiducia al sottosegretario Caliendo. Siamo alla soluzione finale?

“Tatticamente conveniva rinviare la discussione a discussione, ma dopo le dichiarazioni del Giornale è guerra aperta. Quando all’interno di uno scontro dialettico e politico fanno ingresso vicende private come quelle tirate fuori da Feltri siamo ormai all’utilizzo di armi improprie. Se le uniche armi usate fossero state quello del dibattito politico non saremmo a questo punto”.

Sembra quasi che siano stati Feltri e Belpietro a cacciare Fini dal PDL. In realtà è lo scontro tra Fini e Berlusconi che ha portato alla rottura

“Certo. Ma il dibattito interno, anche lo scontro tra due personalità forti, vanno bene. Quando si inizia a parlare della Tulliani (compagna di Gianfranco Fini) siamo davvero alla frutta”.

Il Governo avrà i numeri per respingere la sfiducia a Caliendo?

“Non lo so, non faccio previsioni. Sono in corso contatti con l’UDC per decidere una linea comune. Mi auguro che alla fine prevalgano gli ambasciatori di pace, come Quagliariello, che ha invitato Berlusconi a trattare direttamente con Fini. Coloro i quali incitano il premier allo scontro sono degli sprovveduti, i quali ignorano l’incapacità di Berlusconi di risolvere a suo vantaggio la crisi in atto. Spingendolo alla scontro e alla soluzione finale ne accelerano il declino”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Berlusconi non molla e inizia la campagna acquisti nei finiani

“Inorridisco di fronte a queste pratiche politiche, sono manifestazioni di fine impero. Sarebbe preferibile sedersi intorno ad un tavolo e discutere. Berlusconi, espellendo Fini per un reato di opinione, ha dato vita al primo processo breve della politica italiana”.

Ha intenzione di abbandonare il PDL?

“Assolutamente no. Il PDL si sfascia se lo vuole Berlusconi, il governo cade se lo vuole Berlusconi e infine, si andrà ad elezioni anticipate soltanto se lo vorrà Berlusconi. La turbativa dell’attuale situazione politica è il cavaliere, non Fini e i finiani”.

Tremonti ha bloccato l’approvazione del piano di rientro. Davvero la Puglia rischia di finire come la Grecia?

“Ma per favore! Questo è l’ennesimo regalo che viene fatto a Vendola dai generali del partito, gli stessi generali che non hanno mai vinto una battaglia”.

Un colpo di sole di Tremonti, allora..

“Questa è la politica del dispetto e Tremonti ha fatto una sciocchezza terrificante. Ora Vendola starà su tutti i giornali a difendersi e attaccherà il governo “traditore della patria”. Vendola ha male amministrato, ma il piano di rientro era stato concordato con i tecnici del ministero e poi Tremonti non doveva abbandonarsi ad una cafonata istituzionale non presentandosi all’incontro con Vendola e Ferruccio Fazio”.