Al Comune di Manduria le cose non vanno tanto bene
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Ma i problemi non terminarono con la chiusura del consiglio. A settembre il consiglio comunale non ha il numero legale, e chi provoca questo scivolone del centrodestra manduriano sono ancora personalità interne alla maggioranza. Nel frattempo due ex consiglieri del Pdl (il partito del Sindaco) e uno di Pionati escono dai loro rispettivi gruppi per formarne un terzo, stiamo parlando di Leonardo Moccia (ex Pdl), Giorgio D'Uggento (ex Pdl) e da Nicola Moscogiuri (ex AdC). Praticamente a loro dire, la giunta starebbe vivendo alla giornata e visto la mancanza progettualità dell'amministrazione si sarebbero stufati di fare i burattini dediti alla famosa "alzata di mano" e così chiedono di avere un peso nella giunta con la designazione di un assessorato. Ufficialmente quindi la giunta traballa in quanto componenti interni al centrodestra ne chiedono l'azzeramento per permetterne una nuova "spartizione" con le nuove regole.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Ma i problemi non finiscono nemmeno qui. Proprio in questi giorni il gruppo Girardi diventa addirittura numericamente superiore al gruppo del Pdl che come ricordiamo sconta le due defezioni di cui sopra. Il gruppo consigliari Girardi è ora passato ad otto grazie all’ingresso dei due ex di Pionati, Becci e Prudenzano e dell’ex Udeur Dimitri. Secondo un giornale locale manduriano questi ultimi promuovono anche delle serie critiche nei confronti del sindaco che avrebbe tenuto per se troppe deleghe non distribuendole tra i consiglieri rimasti senza assessorati. L’appunto è rivolto soprattutto alle due presidenze del Gal e del Parco della Salina ma anche alle deleghe all’Ambiente, cultura, polizia municipale ed altre che il sindaco Tommasino non ha voluto distribuire.
Insomma il presente politico di Manduria si complica dopo la strabiliante vittoria del centrodestra alle elezioni del 2010. Chi scommette sulla permanenza di questa giunta di centrodestra? Un amaro destino sembra ancora una volta accompagnare Manduria, un destino che da molto più di un decennio si chiama instabilità politica.