PULSANO (TARANTO) - E' il mulino a cilindri più antico d'Italia, un monumento di valore inestimabile, l’unico e più noto esempio che conserva ancora tutti i macchinari all’interno. L'allarme per il Molino Scoppetta di Pulsano, in provincia di Taranto, gioiello dell’archeologia industriale del Paese che sta crollando a pezzi nell’indifferenza delle istituzioni, arriva dall’architetto del Cnr Antonio Monte, che ha fotografato le condizioni della struttura. Monte, in una lettera indirizzata tra gli altri al ministro Bondi e al presidente della Puglia Vendola esprime il suo sconcerto e la preoccupazione per la vergognosa situazione in cui versa l’immobile preziosissimo che ormai sta andando alla completa rovina. L'architetto racconta del vergognoso stato di conservazione e degrado, chiedendo di recuperare e valorizzare il monumento, per restituirgli il posto che merita nel patrimonio culturale della nazione.
Altro che Ministero delle Semplificazioni: quello assegnato a Calderoli appare sempre più come il Ministero delle Impunità. Ed infatti dopo la complicata vicenda della possibile abrogazione dei tribunali minorili con uno degli ultimi provvedimenti “taglia leggi” entrati in vigore ed annunciata qualche giorno fa dal capogruppo alla camera di Italia dei Valori, Donadi, un’altra questione è stata portata all’attenzione dei media e segnalata dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello al ministro della salute Ferruccio Fazio, che riguarda la soppressione dei reati connessi con la messa in commercio e vendita di “cibi avariati”.
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Per vincere un referendum basta un voto oltre il 50 per cento. Ma quello di Mirafiori non era un referendum. Doveva essere un plebiscito. Un plebiscito ottenuto col ricatto, anzi con la rappresaglia preventiva di massa: se vince il No siete licenziati tutti, perché portiamo via la Fiat da Torino. I “sindacati di comodo” avevano perfino fissato l’asticella dell’umiliazione che avrebbe dovuto annientare la Fiom: un 80 per cento di Sì. Sappiamo come è andata. Il Sì ha ottenuto il 54%, ma solo grazie al voto dei quadri e impiegati (che hanno approvato i sacrifici di chi sta alla catena, non i propri!). Fra gli operai avrebbe prevalso di nove voti, e nei reparti dove il diktat si applicherà davvero, lastratura e montaggio, ha vinto nettamente il No.
Il Presidente del Gruppo consiliare Sinistra Ecologia Libertà al Consiglio regionale pugliese, Michele Losappio ha diffuso la seguente dichiarazione: “Il Ministro della Salute ha presentato alle Regioni un metodo di riparto del fondo nazionale sanitario penalizzante verso il Mezzogiorno. Lo dicono i dati, i numeri e anche i Presidenti del centrodestra. Ad esempio il Presidente della Campania che ha testualmente dichiarato come ‘non daremo l’intesa a questo piano di riparto e come noi faranno altre regioni del Sud. Chiedo che il governo garantisca un federalismo che sia veramente equilibrato e competitivo’.
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Anche l’indecenza ha un limite. Martino Tamburrano l’ha abbondantemente superato. Se non fosse indecente sarebbe comico: il governo Berlusconi e il Ministro Fitto chiedono alla Puglia di Vendola di accogliere i rifiuti campani mentre i galoppini ionici di Berlusconi e Fitto mettono sotto accusa la Provincia di Gianni Florido. La Provincia governata dal vice-presidente Tamburrano rese le discariche di Taranto al rango di pozzi senza fondo in grado di accogliere tutti i rifiuti possibili ed immaginabili ed oggi, con sconvolgente disinvoltura, Tamburrano mette sotto accusa la Provincia di Florido che, in collaborazione con i Sindaci, le popolazioni e le associazioni, sta svolgendo un rigido ruolo di controllo verso i rifiuti campani che vengono sversati nelle nostre discariche.
Oramai è ufficiale, Silvio Berlusconi Premier Italiano e Presidente del Consiglio oramai da venti anni è indagato per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile, assieme ad Emilio Fede e Lele Mora. Una notizia che in tutto il mondo avrebbe dovuto far dimettere all'istante Premier e Governo in Italia passa per la solita ragazzata del Presidente del Consiglio e i ministri non ci pensano nemmeno a dimettersi benchè nessuno di esso si sia lasciato sfuggire qualche dichiarazione in merito alla faccenda. Ma Berlusconi non è l'unico indagato, nei guai ci sono anche Lele Mora ed Emilio Fede che rappresentano l'insieme del contesto sociale dominante in italia dalla fine degli anni ottanta ad oggi.
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