La processione di Sant’Alberto, l’evento che apre la Settimana Identitaria di Pietramontecorvino, è uno spettacolo di colori e partecipazione. Domenica 16 maggio, alle 8.30, dal borgo partirà una lunga teoria di donne, uomini e bambini; centinaia di persone precedute da enormi palii, i fusti d’albero addobbati con fazzoletti variopinti che vengono a braccia, eretti, con l’aiuto di lunghe funi. TRE PAESI INSIEME. In mezzo, tra i palii e il popolo dei fedeli, c’è la statua del santo che unisce tre paesi in questa giornata di festa: all’evento partecipano gruppi di fedeli provenienti da Motta Montecorvino, Volturino, e da molte città d’Italia dove risiedono le comunità di emigranti dei rispettivi centri dei Monti Dauni accomunati dalla devozione per Sant’Alberto.
Bandiere sfarfallanti, sbandieratori, suono di pifferi, rullo di tamburi, cembali: questo e altro per il “Battimento della ‘Nzegna” in onore della Vergine SS. Maria di Belvedere a Carovigno (Br). Insomma una cornucopia d’emozioni della quale è meglio che i “curiosi viaggiatori” facciano il pieno il 6 o il 10 aprile. Il primo appuntamento è in Piazza Municipio e il secondo davanti al santuario mariano a quattro chilometri dal paese. In realtà una prima “Battitura” ci sarà a Pasquetta ma, tradizione vuole che la manifestazione sia riproposta, per volontà della famiglia Carlucci (dei Mamma Mamma) di Carovigno, altre due volte. E questo a sottolineare quanto sia sentita la tradizione della ‘Nzegna, e il culto della SS. Maria di Belvedere. La sua immagine, nella cripta basiliana sull’omonimo colle, ha origini leggendarie.
Si narra di un non ben identifi cato Signore di Conversano che, gravemente malato, sognò una “Matrona vestita di stelle”. Gli assicurò che per guarire doveva andare in contrada Belvedere dove avrebbe trovato la sua immagine dipinta nella grotta. Per un’altra leggenda un mandriano, smarrita una vacca, la ritrovò inginocchiata di fronte al dipinto della Madonna. Tanta fu l’emozione che, legato un fazzoletto colorato a un bastone, urlando di gioia lo lanciò più volte in aria: nacque così
la ‘Nzegna. È una bandiera defi nita da Rosario Jurlaro “insegna mariana”, di form a quadrata con disegni a triangolo di vari colori ai bordi mentre al centro c’è la rosa mistica, simbolo mariano bizantino. Questo perché andando oltre le leggende, il dipinto della Madonna di Belvedere sarebbe opera di un ignoto pittore, il quale lo dipinse in grotta poiché a seguito dell’ editto del 726 d.C. dell’ iconoclasta imperatore d’Oriente Leone Isaurico, era vietato il culto di immagini sacre né, di conseguenza, era consentito esporle.
{affiliatetextads 1,,_plugin}La festa della ‘Nzegna davanti al santuario è caratterizzata dall’accorrere di popolo ingolosito dall’idea di vedere la maestria degli sbandieratori capaci di far volare i vessilli al ritmo della banda musicale, di assistere alla processione
e anche, perché no, dopo l’esecuzione della ‘Nzegna e ricevuta la benedizione, consumare carni alla brace, “gnummarieddi” (involtini di fegato, carne, prezzemolo, formaggio pecorino) e bere vino rosso di Carovigno.
Il paese (172 metri sul livello del mare., 16.050 abitanti) è di origine messapica. Da visitare il rione Terra
a struttura medievale, il Castello Dentice di Frasso dei sec. XIV-XV, la chiesa di S. Anna, della famiglia Imperiali (sec. XVII-XVIII), la Parrocchiale, dedicata all’Assunta, il Castello di Serranova edifi cato nel 1629 dal nobile genovese Ottavio Serra, la Torre Santa Sabina, (XVI sec.) con i quattro spigoli orientati verso i punti cardinali. Infi ne Torre Guaceto del XVI secolo e l’Oasi protetta del WWF.
I ristoranti: Già sotto l’arco, ritenuto uno dei migliori in Puglia. Al Caminetto , Altamarea , Coppularossa, Da Michele ,Il Grottino , Ippocampo Lo scoglio , Taverna del Castello, Trattoria sotto le stelle , Trattoria Porta Nova
Turicchio.
http://www.gazeco.it/gazeco/archivio/03-04-2010.pdf
In ogni comune pugliese, da epoca immemorabile, si celebrano rituali che coprono l’intero periodo che va dalla Domenica delle Palme, che ricorda l’entrata di Gesù in Gerusalemme, alla domenica della Pasqua di Resurrezione. I più suggestivi, per intensità e apparati scenografici, sono senza dubbio quelli dei Misteri del Venerdì Santo, che rievocano la salita di Gesù al Golgota: immancabile in tutti è l’effigie del Cristo, ma spesso vi compaiono anche altre figure in un tripudio di gruppi statuari e macchine processionali, oltre le schiere di penitenti che spesso completano l’apparato rituale. Essenziale il ruolo di Confraternite e Congregazioni contraddistinte da abiti particolari e affidatarie del trasporto di reliquie preziosissime.
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La Settimana Santa si arricchisce di un nuovo simbolo. Il 21 febbraio scorso infatti l’assemblea dei confratelli dell’Addolorata ha approvato l’istituzio - ne di una nuova «mazza» per la processione del Giovedì Santo. Si tratterebbe del terzo mazziere, a cui toccherà insieme agli altri due, mantenere in ordine il corteo durante il tragitto. Dopo il primo tentativo del novembre scorso l’amministrazione guidata dal priore Antonio Liuzzi è riuscita a far approvare a maggioranza la delibera: misura necessaria, secondo molti, da quando nel 1995 la confraternita approvò l’aumento delle coppie di confratelli da dodici a quindici
Il ruolo di assoluto primo piano concesso dalla società al carnevale ha fatto sì che il costume, nei secoli, abbia portato ad un autentico processo di personificazione. Un passaggio ricorrente, oltre che nelle immagini e nella letteratura, anche nelle feste, nei Riti del repertorio più classico.Sono ancora in vita diversi riti tradizionali: La Festa dell’Orso, ogni anno, il 2 febbraio, giorno della Candelora, a Putignano va in scena un’antica consuetudine, una vera e propria performance, che ha come protagonista un orso il cui legame con il Carnevale è confermato da alcune capacità magico - divinatorie che la tradizione popolare gli attribuisce.
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Da sempre sospesa fra storia e leggenda, poesia e costume, la festa delle Propaggini rappresenta uno dei momenti di maggiore peculiarità del Carnevale di Putignano. Ancor oggi, per 6/7 ore di fila, decine di poeti dialettali si alternano sul palco della piazza cittadina per declamare versi satirici in rima contro i politici, i potenti e determinate abitudini sociali. L'attacco diretto e sfrontato si alterna con messaggi allusivi di natura sessuale, sempre e comunque al fine di propiziare un futuro migliore.Secondo una certa tradizione letteraria, le origini della festa, primo archetipo di quello che sarebbe poi diventato il Carnevale, sarebbero legate ad un preciso evento storico, la traslazione delle reliquie di Santo Stefano.
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Il Salento terra conosciuta ai grandi media soprattutto per le festività estive, conserva un fascino ancora inesplorato e profondo anche nel periodo invernale. E sopratutto nel periodo attuale...
Ciò che balza subito agli occhi è il culto del fuoco, di cui abbiamo ampiamente parlato negli scorsi articoli (soprattutto per l'apoteosi di Novoli) che comincia proprio nel periodo pre-Natalizio. In molti paesi del salento si festeggiano i giorni che anticipano il Natale attraverso l'utilizzo delle focàre. In altri invece proseguono le sagre con degustazione di "pettole", carne arrostita, buon vino e dolci natalizi.
A Taranto il Natale arrivo in aticipo rispetto al Grande Salento, infatti i festeggiamenti cominciano nel giorno di Santa Cecilia (22 Novembre).
Molto interessante è la "festa de le Panare" che si tiene il 22 Dicembre di ogni anno a Spongano (LE). E' organizzata dal Comitato Santa Vittoria e rappresenta una delle manifestazioni più antiche e popolari della tradizione salentina. In questa ricorrenze cesti ricolmi di sansa vengono fatti lentamente bruciare. Tradizione vuole che il bruciare questi cesti simoboleggi il rogo del sacrificio di Santa Vittoria.
“Le Panare” sono cesti di vimini ricolmi del residuo di macinatura delle olive che vengono portati in corteo su carri appositamente decorati per le vie del paese ed ai quali viene dato lentamente fuoco fino a farli bruciare del tutto quando vengono depositati tutti insieme alla fine del corteo.
La serata viene allietata poi dalla musica e dalla distribuzione gratuita di lupini, tarallini e vino, come vuole la tradizione.
Segnaliamo la "Festa del Fuoco" che si tiene a Zollino ogni anno verso la fine di Dicembre. Un'altra tradizione è quella dei presepi viventi, difatti quasi in ogni comune salentino vi è la consuetudine di allestirne uno.