Tutto inizia di sera tardi e con il suono della troccola. È quello il segnale che la processione dei Misteri - la più importante - sta per partire e che i riti della Settimana Santa tarantina entrano nel vivo. Prima c’è stata l’asta tra le confraternite - le maggiori sono quella di Maria Santissima Addolorata e San Domenico che ha sede nella chiesa di San Domenico e quella del Carmine che ha sede nell’omonima chiesa nel Borgo - per aggiudicarsi le statue. Quella dell’Addolorata e quella di Gesù morto, le più ambite e contese a suon di migliaia di euro, così come conteso è il ruolo del portatore della troccola.
Con il pensiero al terrificante terremoto e tsunami che ha sconvolto il Giappone vi proponiamo una testimonianza storica di enorme valore. Nel 1627 infatti anche il Gargano fu sconvolto da un terrificante tsunami e le cronache dell'epoca non sono molto diverse dai racconti giapponesi di oggi. Nella mappa che vi porponiamo risalente al 1627 è spiegato l'effetto dello tsunami nella provincia di Foggia. Il mare si alzò fino a sommergere quasi tutto il Tavoliere delle Puglie e sfiorando la stessa Foggia.
Grazie al manoscritto di uno zelante servitore del Vicereame spagnolo di Napoli, il marchese di Celenza Carlo Gambacorta, solleviamo la cortina dei secoli e ci immergiamo negli ultimi anni del Cinquecento, esattamente all’altezza del 1594. È in questa data che il Gambacorta redige una «Visita delle torri di Capitanata» nel mese di dicembre 1594 su esplicito incarico del viceré il conte di Olivares. Ce lo racconta dettagliatamente Romano Starace nel suo Torri costiere della Capitanata.
Leggi tutto: Torri costiere sentinelle di Puglia. Di Sergio D'Amaro
Come ogni periodo pasquale anche quest'anno è partito il progetto regionale "Settimana Santa in Puglia" grazie all'omonimo portale settimanasantainpuglia.it. Dal sito infatti è possibile seguire tutti i riti e le tradizioni legate a questo particolare parte dell'anno. Si va dalle passioni viventi di Alberobello, Conversano e Ginosa fino ad arrivare ai riti processionali dei maggiori Comuni della nostra Regione. Sono stati organizzati anche degli itinerari turistico-religiosi che comprendono il Gargano, i Percorsi di Federico, la Costa dei Trulli, la Costa Ionica e il Salento.
ORSARA DI PUGLIA (Fg) – Saranno due gli spettacoli che animeranno la sera del 1°novembre, quella in cui Orsara di Puglia celebra l’antichissima festa dei Fucacoste e cocce priatorije. Alle ore 19, gli artisti del gruppo Raggi di Luna metteranno in scena “Ciamme Re Ciamme”; alle ore 21.30, in Largo San Michele, prenderà il via il concerto della Municipale Balcanica. Falò e delle teste del purgatorio: è questo il significato di “Fucacoste e cocce priatorije”, la notte dei cento fuochi, delle zucche-lanterna, la notte più lunga dell’anno per Orsara di Puglia. Qui, nel cuore verde della provincia di Foggia, la sera del 1°novembre si infiamma e si accende fino al mattino seguente. In ogni via, vicolo e piazza ci sono falò, tavole imbandite all’aperto, musica. Non si tratta di Halloween (che per altro si festeggia il 31 ottobre, ndr), ma di un evento che mette in evidenza l’illuminazione della fede, il ricordo dei defunti, il gusto genuino di stare insieme condividendo un momento di comunione caratterizzato dalla magia autentica del legame misterioso tra il mondo dei vivi e quello di quanti vivono nella nostra memoria.
ORSARA DI PUGLIA (Fg) – Mancano due settimane alla festa dei Fucacoste e cocce priatorije (falò e teste del purgatorio), ma Orsara di Puglia si sta già preparando a celebrare i significati e a vivere le suggestioni della notte a cavallo fra l’1 e il 2 novembre. A Orsara di Puglia, la notte di “tutti i santi”, quella del primo giorno di novembre, si celebra una festa antichissima. A pochi giorni dall’evento, tutti sono indaffarati nei preparativi. Le famiglie cercano di accaparrarsi le zucche migliori per i propri bambini. Saranno proprio i più piccoli, con l’aiuto di nonni e genitori, a intagliare queste grandi “mongolfiere” arancioni per renderle “umane” e dotarle di occhi, naso, bocca e adeguarle a ospitare un lume al loro interno.
Le torri costiere d'avvistamento - Le popolazioni salentine vivevano sotto l'incubo del turco, e le orde islamiche di Maometto II funestavano il territorio (cocente è ancora la memoria dell' eccidio di Otranto del 1480) . Nel sentimento popolare il turco costituiva il male supremo, l'incarnazione del demonio e contro di esso ogni buon cristiano doveva combattere e morire per la difesa del bene e della fede. Le genti di Terra d'Otranto erano perennemente allertate per una guerra senza tregua, e non si trattava di una guerra come le altre, poiché forte era il convincimento popolare che in gioco vi era la difesa della fede contro la crudeltà e la tracotanza islamica.
Giorno e notte, lungo le coste, attraverso il sistema difensivo di torri e masserie fortificate, nei casali, nelle città, ovunque vi fosse un utile punto di osservazione, si vigilava. La paura collettiva determinava comprensibili stati di ansia e spesso le notizie venivano esagerate; si spiavano, attraverso messaggi e informazioni, i movimenti delle navi avversarie, visto che ogni vela che appariva all'orizzonte poteva essere quella di un vascello nemico. Fantasmi che si concretano in pietra, nelle centinaia di torri di difesa che si ergono fra il tavoliere salentino e le Serre. La funzione difensiva non si esaurisce col ciclo ottomano, in pratica concluso dopo la vittoria cristiana a Lepanto (1571), perché si rivolge anche contro pirati e briganti di ogni genere. Le torri della cintura salentina conservano, quindi, la fisionomia strutturale quattro-cinquecentesca ed è questo uno dei fattori che conferisce ad esse una carica di fascino salentino,l'alone romantico del rudere o, comunque, la persistenza selvatica della memoria.
La costruzione delle torri
Il Salento è quindi costellato da torri di avvistamento visto che da sempre è stato oggetto di numerosi attacchi da parte di diverse popolazioni del Mediterraneo. Non sappiamo quale fu il primo periodo in cui furono costruite tali torri, talune potrebbero anche riferirsi all'età normanna, ma non vi sono prove certe. Per l'aspetto attuale, la maggior parte delle torri costiere ancora oggi presenti sono da riferire al XV e XVI secolo.
Molte di tali torri risultano oggi in pessime condizioni. Nelle tre province di Brindisi, Taranto e Lecce ad oggi si conoscono circa un centinaio di Torri. Una tra tutte spicca per una particolarità, non è medioevale ma di costruzione probabilmente romana e non è di avvistamento ma era un faro ad olio, per ulteriori info è possibile clickare qui. E' la Torre del Serpe che si trova ad Otranto.