Dal 18 settembre è disponibile su tutte le piattaforme digitali “Some Of These Days”, il nuovo singolo del duo Mora & Bronski.
Un brano che riabbraccia le radici più profonde e, allo stesso tempo, apre nuove strade nella loro ricerca musicale.
Una volta imbracciati gli strumenti e staccato i primi accordi, la voce si appoggia e si mescola a quel suono riportando i due musicisti in quel mondo dove tutto è cominciato: la musica afroamericana che li ha formati e ispirati.
Il duo, però, non si limita a riproporre il passato. Con uno stile personale e contaminazioni che spaziano tra generi e sonorità diverse, Mora & Bronski rinfrescano un classico dimenticato, trasformandolo in un compagno di viaggio contemporaneo e vibrante.
«Amiamo la musica a 360° – dichiarano Mora & Bronski – Il blues è stato il nostro punto di partenza, ma non siamo bluesman “puri” nel senso stretto del termine. Siamo musicisti cresciuti con mille influenze, e amiamo ridare vita a brani che il tempo ha coperto di polvere, senza copiarli passivamente né stravolgerli. Se riportare alla luce queste canzoni con un vestito nuovo permette a qualcuno di riscoprirle e apprezzarle ancora, per noi è già un successo e vale il biglietto del viaggio.»
Mora & Bronski, power duo musicale in bilico tra folk e cantautorato italiano, propongono un affascinante itinerario tra le Americhe attraverso classici del blues, country, folk e rock’n’roll, unitamente a brani originali di propria composizione.
Fabio Mora e Fabio Ferraboschi, rispettivamente voce e chitarra acustica, sondano le più intime sfumature tra il bianco e il nero, arrivando così all’essenza e alla radice dell’american music, aspetto essenziale del loro nutrito bagaglio musicale.
La loro discografia si compone degli album ‘Naif’, ‘2’ e ‘50/50’, oltre a numerose compilation nelle quali compaiono i loro brani.
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Ufficio Stampa A-Z Press
Lù MIÈRE calicidicinema propone, a sorpresa, un "fuori menù" nell'interessante museo di arte moderna "FIERMONTE", in vico dei Raynò, 4. Per la prima di un ciclo di proiezioni in un giardino, circondati da arte natura e bellezza. "Arditamente" - svela Antonio Manzo - proietteremo una rarissima pellicola del 1950: "Lo Sparviero del Nilo", protagonisti, gli allora giovanissimi Vittorio Gassman, Silvana Pampanini e l'atleta pugliese, divenuto attore: il pugile Enzo FIiermonte che con la storia del museo e dell' adiacente resort ha sicuramente a che fare...
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Un anniversario, una comunità e un progetto di memoria collettiva: è questo lo spirito di Coreggia2025, il percorso storico-sociale avviato lo scorso 19 gennaio per celebrare i 130 anni dell’annessione di Coreggia ad Alberobello. L’occasione per riscoprire una vicenda rimasta spesso sullo sfondo e restituirla oggi alla collettività in una dimensione di approfondimento e condivisione.
Dopo una serie intensa e diversificata di appuntamenti, si chiude martedì 23 settembre, nel Museo Diffuso di Cavallino, il Festival NAT- Nature Arts Technologies (l’amore ai tempi della guerra), promosso da Astràgali Teatro e dall’International Theatre Institute – ITI Italia, il Centro Italiano dell’ITI UNESCO, e sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europa.
UN TUFFO NEL PASSATO, DOVE ROCK E BLUES SI FONDONO CON IL FOLK E IL FUNK DEGLI ANNI ’60 E ’70.
Simone Galassi, noto chitarrista rock blues modenese, da venerdì 19 settembre sul mercato discografico e sui principali store digitali con l’omonimo inedito album, anticipato dal singolo ‘ I Have To Tell You’, registrato e prodotto in collaborazione con Carlo Poddighe.
Leggi tutto: SIMONE GALASSI: FUORI IL NUOVO ATTESISSIMO ALBUM DI DEBUTTO
Milano. Il 28 ottobre prende il via dal Teatro San Domenico di Crema il nuovo tour teatrale scritto e diretto da Gio Evan intitolato “L'affine del mondo”, lo spettacolo che racconta la storia di un mondo costruito dall'affinità e dalla connessione tra esseri umani, mescola poesia, fisica quantistica, musica e comicità per riflettere sull'importanza dell'ascolto e dell'armonia, proponendo un nuovo modo di concepire la vita e le relazioni.
«L’affine del mondo nasce dall'ascolto, nasce in contemplazione – ha sostenuto l’artista – Mi era arrivato il pensiero di parlare di inizio del mondo, perché ovviamente l'affine indica l'inizio, non c'entra niente con la fine del mondo, solo l'assonanza. In un mondo che si distrugge e si dichiara finito, mi piace contribuire al viceversa, nell'inizio. A me piace la vita. Spero che ormai, dopo nove anni di percorso insieme al pubblico, ha imparato che l'aspettativa è nemico del cuore: si deve aspettare la presenza, questo e basta. Perché, se non saremo lì, allora potrà essere preoccupante».
Il tour prosegue il 29 ottobre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine di Udine, 30 al Teatro Comunale di Belluno, 31 al Teatro Santa Chiara di Trento, 6 novembre all’Auditorium Conciliazione di Roma,
8 al Nuovo Teatro Carisport di Cesena, 9 al Teatro Arcimboldi di Milano, 10 al Teatro Verdi di Firenze, 11 al Teatro Moderno di Grosseto, 17 al Teatro Filarmonico di Verona, 18 al Teatro Colosseo di Torino, 25 al Teatro Duse di Bologna, 26 al Teatro Ivo Chiesa di Genova, 29 al Teatro La Fenice di Senigallia (Ancona), 30 al Teatro Massimo di Pescara, 4 dicembre al Teatro PalaUnical di Mantova, 9 al Teatro Acacia di Napoli, 10 al Teatroteam di Bari, 11 al Teatro Garden di Rende (Cosenza), 12 al Teatro Metropolitan di Catania, 13 al Teatro Golden di Palermo, 2 luglio 2026 al Parco delle caserme rosse (Sequoie Music Park) di Bologna.
Venerdì 19 settembre, invece, esce “L’eleganza del mango”, il nuovo album del poliedrico artista Gio Evan, il nuovo romanzo musicale, un viaggio sonoro e narrativo che oltrepassa i confini della semplice discografia, intrecciando poesia e canzone in un unico flusso.
«Il titolo mi ha scelto lui, io optavo per altri – ha confidato Evan – È venuto così, di testa sua in testa mia: mi ha convocato una voce e mi ha detto “il titolo deve essere questo” e io ho obbedito. Studiando in seguito il mango, ho riconosciuto i suoi insegnamenti e la sua eleganza: abbiamo bisogno di maestri umili, che non si proclamano, che non si dichiarano tali ma che in silenzio praticano una via retta. Come il mango».
Con “L’eleganza del mango” l’artista conferma la sua vocazione di “pensa-autore”, capace di unire scrittura, filosofia ed emozione in un linguaggio accessibile ma mai banale.
«I brani nascono dalla parola che diventa musica o dalla musica che accoglie la parola? – si è chiesto – Fanno proprio come pare a loro: io non ci sono più dietro ormai. Mi fido del pensiero e mi fido soprattutto dei luoghi dove vado a esercitare il pensiero e io mi limito ad ascoltare. Arriva una parola, una frase o un concetto e sono io a chiedergli “cosa vuoi essere? Come posso aiutarti?” il resto è intimità da scrivania».
Le tracce alternano ballate intime e momenti più ritmici e luminosi, componendo un percorso che restituisce immagini vivide ed emozioni immediate.
«Il protagonista, spaesato e stremato al suolo di un luogo non conosciuto, si ritrova davanti a un fuoco domato da un’antica entità – ha affermato Gio Evan – Sarà questa a guidarlo verso la saggezza ultima; quella che permette di farsi vento, fiume, animale, silenzio. Ogni cosa».
Gio Evan è un artista poliedrico, scrittore e poeta, filosofo, umorista, performer, cantautore e artista di strada, ha intrapreso un viaggio con la bicicletta che lo ha portato in India, Sudamerica ed Europa, comincia a studiare e vivere accanto a maestri e sciamani del posto da cui in Argentina viene battezzato come “Gio Evan”; ha scritto i libri “Il florilegio passato”, “Capita a volte che ti penso sempre”, “Ci siamo fatti mare”, il romanzo “Le chiamava persone medicina”, ha pubblicato il doppio album di esordio “Biglietto di solo ritorno” e nel 2021 ha partecipato al festival di Sanremo con il brano “Arnica” contenuto nell’album “Mareducato”, cui segue il disco “Ribellissimi”.