Secondo appuntamento con Skull Urban Sunday domenica 13 dicembre al Womb di Cavallino (LE).
Dopo il successo dell'esordio del nuovo format di party studentesco, con Nitro Wilson che ha infiammato il pubblico del club salentino, si continua sulla scia rap con un altro grande protagonista della scena italiana: Shade.
Vincitore del noto programma di Mtv Spit, seguitissimo sui social da oltre duecentomila fan a cui ha recentemente regalato il suo primo disco Mirabilansia, preso sotto braccio e instradato dall’etichetta discografica Warner e da professionisti come i Two Fingerz, Shade si esibirà per la prima volta a Lecce sul palco del Womb.
Torinese, classe 1987, è riuscito a battere in finale Fred De Palma e lo stesso Nitro, volti già noti al pubblico. E l’ha fatto grazie alla sua arma segreta: l’ironia. Il rap, infatti, non è la sua unica passione. Vito Ventura, questo il suo vero nome, ha la comicità nel sangue. Nel 2011 ha sfondato come “urban talent” del cabaret di Zelig Lab ed ha partecipato come ospite d'onore nella sitcom “Favelas”, in onda su Comedy Central.
Di norma hip hop e cabaret sono universi opposti, ma Shade è riuscito a mischiarli. Si è avvicinato al freestyle da giovanissimo e oggi, quasi dieci anni dopo, è arrivato il successo in tv.
Artista eclettico ed imprevedibile, ha preso parte al video di freestyle più visto nella storia del Bel Paese (“Lavanderie Ramone”, al fianco di Ensi e Fred de Palma), calcato palcoscenici importanti come quello del Primo Maggio (come ospite di Clementino) e l'Arena di Verona, e si è persino cimentato nel doppiaggio della nuova stagione del famosissimo cartone “South Park” nei ruoli di icone rap come Tupac ed Eminem.
Resident della serata Walter Suray, dj tra i più conosciuti del panorama salentino e autentica garanzia di grande musica e divertimento.
Prevendite disponibili sul circuito Bazingaticket.com e in tutti i punti vendita affiliati.
INFO
Womb
Strada Vicinale Bernardini snc - Cavallino (LE)
Infoline: 3332519619
Prevendite:10€ +dp
Centotrentasei pagine per capire cosa c’è dietro a neologismi quali huber, sharing economy, start up, coworking, incubatori certificati, crowdfunding, outsourcing, caring economy, founder, emotional marketing, termini di una “riforma lessicale” che è alla base di una nuova forma di pensiero e di una riorganizzazione del concetto di lavoro. Si intitola “Il Capitale Passione – come trasformare un’idea in un’impresa (di successo) ed è il libro di Alessandra Pizzi, edito da Il Raggio Verde, che sarà presentato in anteprima a Cavallino nell’ambito del Festival letterario “Ergo Sum” venerdì 4 dicembre nella Sala consiliare “Mario Gorgoni”, con una doppia presentazione: in mattinata alle ore 10:00 con un Roadshow dedicato alle imprese culturali e creative e alle ore 17:30, per la sezione del festival dedicata alla rivoluzione dei creativi . Con l’autrice sarà presente anche Dario De Vitis, autore dell’approfondimento sulle star up innovative e gli incubatori certificati.
Il libro, che apre la collana Playlist, è un manuale per districarsi nel mondo della new economy guardando alla crisi come un’opportunità per cambiare il punto di vista e ribaltare la visione sulle cose e sulle proprie capacità e trasformando un’idea in un’impresa. È la rivoluzione delle idee il motore delle imprese. È la passione, il primo passo verso il successo. Questo il fulcro intorno cui ruota il libro “Il Capitale Passione” di Alessandra Pizzi che punta a chiarire con argomentazioni ed esempi concreti cosa vuol dire creare un’impresa nel contesto culturale e storico attuale.
In più un approfondimento su tutto ciò che c’è da sapere sulle star up innovative e gli incubatori certificati a cura di Dario De Vitis che esamina gli aspetti fiscali e tributari e quelli relativi all’accesso ai fondi pubblici e privati.
La crisi, che ha spazzato via le figure e i settori tradizionali, ha modificato comportamenti e abitudini eppure, come sosteneva Albert Einstein, la crisi può essere considerata un’opportunità perché genera cambiamento e ridisegna gli scenari in cui crescono nuove professioni, nuovi mestieri, nuovi lavori. Altre economie, oltre quelle tradizionali, richiedono l’applicazione di diversi parametri per esplorare mercati sino ad ora inimmaginabili. L’economia della conoscenza apre lo spazio a nuove forme di lavoro privilegiando la costituzione di piccole imprese e lo sviluppo delle professioni, a patto che ci si orienti verso la connessione e la condivisione, ma, soprattutto, riqualificando il capitale umano come prima risorsa dell’azienda e la creatività come prodotto principale.
Se l’economia 2.0 è stata caratterizzata dall’avvento delle imprese tecnologiche, quella 3.0 vede l’affermazione delle imprese creative. A patto che come tali non si indichino solo quelle che espressamente traggono profitto dai settore dell’arte, del design, della cultura, dello spettacolo, ma tutte quelle imprese capaci di creare e di ‘ricreare’, di inventare e sviluppare soluzioni innovative in grado di anticipare, stimolandole, nuove esigenze di pubblico. Imprese che siano capaci di rispondere ad un modello ‘etico’ di consumi sempre più condiviso.
Firma l’immagine di copertina l’artista Valentina D’Andrea.
Gli autori
Alessandra Pizzi nata a Roma, ha 42 anni di cui la metà impegnati nella promozione dell’arte e della cultura. Laureata con il massimo dei voti presso l’Università del Salento, dove ha discusso una tesi in Sociologia della Comunicazione dal titolo «La Nike sul radiatore. Arte e pubblicità nell’epoca del Postmoderno», ha frequentato presso l’Università di Torino il master in Pubbliche Relazioni e Reti Multimediali.
Si occupa di comunicazione e marketing. Collabora con imprese ed enti pubblici nell’attuazione di progetti e strategie e per il marketing turistico e territoriale. Svolge attività di consulente per le imprese private con particolare riferimento alle imprese culturali e creative. è docente di marketing e comunicazione per enti ed istituti di formazione superiore e manageriale. Ha curato rassegne di teatro, di letteratura e mostre, in Italia e all’estero. Dal 2006 dirige il Festival della Letteratura Ergo Sum di Cavallino – Lecce.
È CEO dell’incubatore d’imprese N.O.W. Srl. È giornalista pubblicista. Autrice di testi teatrali. Ha già pubblicato «Salento Buono Tutto L’Anno – Guida per la promozione delle imprese artigianali e per il commercio» (ed. Lupo).
Dario De Vitis, laureato in Economia e Commercio all’Università La Sapienza di Roma, è dottore commercialista e revisore contabile. Da Luglio 2015 è co-fondatore dell’Incubatore d’Imprese N.O.W. Srl.
Prende il via giovedì 3 dicembre al Dopolavoro Live Club di Brindisi il Black Out Fest, la nuova iniziativa musicale nata dalla collaborazione tra Flab Arts, nuova risorsa artistica del territorio salentino, T for Trivellor e lo staff del celebre club brindisino. Black Out Fest è una delle grandi novità stagionali del Dopolavoro. Non una semplice rassegna musicale, piuttosto un nuovo modo di concepire i live, il contenitore ideale per tutti gli amanti della musica dal vivo, che nel mese di dicembre troveranno nel giovedì del Dopolavoro l'appuntamento perfetto. Si parte il 3 dicembre con una delle band più sperimentali e all'avanguardia del territorio salentino, gli URO, che per l'occasione presenteranno il loro nuovo lavoro “Pocca!”. La band leccese trascinerà il pubblico in una dimensione acida e lisergica con le proprie trame musicali che uniscono con precisione matematica psichedelia, post rock e prog rock. “Pocca!”, inciso in compagnia dei Corridoiokraut, è in quest'ambito musicale una delle più entusiasmanti uscite dell'anno. Secondo appuntamento il 10 dicembre con i Teenage Riot, band che propone un rock molto sperimentale, che a tratti mescola l’aggressività e il volume del metal con la maestosità e le ambizioni del progressive rock, con un pizzico di post punk. Realtà ormai affermata della scena musicale underground salentina e pugliese, si sono esibiti nei più importanti club e festival raccogliendo ampi consensi di pubblico e di critica, supportando anche gruppi di grande notorietà come Meganoidi, Il Genio, Vallanzaska. In chiusura, il 17 dicembre, spazio al metal degli Iron Fist, che presenteranno alcuni tra i loro migliori pezzi inediti, affiancandoli allo straordinario repertorio di cover dei grandi classici della NWOBHM (la New Wave of British Heavy Metal) e del metal underground italiano che da sempre contraddistinguono le sonorità della metal band salentina. INFO Dopolavoro Live Club Piazza Crispi, 38 – Brindisi Infoline: 3497546883 Ingresso libero
Dopo il successo dell’esposizione leccese con la mostra “Sud a capo”. Roberto Russo approda con la sua personale di pittura nelle sale di Palazzo Legari ad Alessano presentando gli esiti di una ricerca estetica che vuole essere messaggio di armonia, bellezza, amore per la vita che è sempre meravigliosa.
Al vernissage, fissato per il domenica 6 dicembre ore 18:30 interverranno Osvaldo Stendardo sindaco di Alessano, Antonio Ippazio Piscopello responsabile Biblioteca Comunale.
Presentano l’artista la giornalista Antonietta Fulvio direttore responsabile della rivista “Arte e Luoghi” e il giornalista Francesco Greco giornalista del “Giornale di Puglia”.
Roberto Russo ama sperimentare nuove forme artistiche elaborando un linguaggio che si muove dal figurativo all’astrazione. “Segni, come calligrafie dell’anima, per guardare ad esempio, oltre le nuvole che, perdendo la propria consistenza, diventano reticoli grafici dalle infinite variazioni di colore, metafora di un continuo viaggio oltre il visibile e dentro se stessi. Questi grafismi ora diventano moduli talvolta ingabbiati in schemi, rigorosamente geometrici, ora sembrano pixel che, fondendosi e scomponendosi, sul supporto pittorico creano immagini per catturare frazioni di tempo. Attimi come il dinamismo di una danza, di una partita di pallone, del violinista che dialoga con il proprio strumento. O il chiacchiericcio inutile di certi cialtroni. Che siano composizioni seriali - che rimandano ad un concetto di pura grafica - o siano figure che evocano danze, giochi e personaggi della quotidianità con i suoi lavori Roberto Russo tenta - come lui stesso spiega - un’operazione di congiuntura tra reale e irreale, spinto dal desiderio di comunicare”. Dal 1988 è responsabile di un laboratorio d'arte in un Istituto per diversamente abili. Una continua esperienza creativa nel segno dell’umanità, della condivisione e della libertà che, giorno dopo giorno, arricchisce il suo percorso di ricerca ultra trentennale. “Sulla scia di questi 'maestri' - racconta - ho ripreso con più convinzione ad esprimermi con i miei segni, sforzandomi di armonizzarli e di renderli pittoricamente godibili nell'intento di penetrare chi vuole fruirli col messaggio di una comunicazione istintiva e pura che indica isole felici in un mondo ormai quasi senza valori. Spesso una di queste isole la intravedo sorridendo con un pennello in mano, nel laboratorio dove io e dieci ragazzi diversamente abili scarabocchiamo i nostri messaggi”.
Originario di Montesardo, frazione di Alessano tra i paesi del Sud Salento, dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce ha iniziato dal 1979 la sua carriera artistica allestendo numerose mostre personali e partecipando a collettive in Italia e all’estero riscuotendo consensi di pubblico e di critica. All'attività pittorica alterna quella di poeta e scrittore. Dal 1988 lavora nell’Istituto dei Padri Trinitari di Gagliano del Capo come responsabile di un laboratorio d'arte per diversamente abili.
Dopo il successo dell’esposizione leccese con la mostra “Sud a capo”. Roberto Russo approda con la sua personale di pittura nelle sale di Palazzo Legari ad Alessano presentando gli esiti di una ricerca estetica che vuole essere messaggio di armonia, bellezza, amore per la vita che è sempre meravigliosa.
Al vernissage, fissato per il domenica 6 dicembre ore 18:30 interverranno Osvaldo Stendardo sindaco di Alessano, Antonio Ippazio Piscopello responsabile Biblioteca Comunale.
Presentano l’artista la giornalista Antonietta Fulvio direttore responsabile della rivista “Arte e Luoghi” e il giornalista Francesco Greco giornalista del “Giornale di Puglia”.
Roberto Russo ama sperimentare nuove forme artistiche elaborando un linguaggio che si muove dal figurativo all’astrazione. “Segni, come calligrafie dell’anima, per guardare ad esempio, oltre le nuvole che, perdendo la propria consistenza, diventano reticoli grafici dalle infinite variazioni di colore, metafora di un continuo viaggio oltre il visibile e dentro se stessi. Questi grafismi ora diventano moduli talvolta ingabbiati in schemi, rigorosamente geometrici, ora sembrano pixel che, fondendosi e scomponendosi, sul supporto pittorico creano immagini per catturare frazioni di tempo. Attimi come il dinamismo di una danza, di una partita di pallone, del violinista che dialoga con il proprio strumento. O il chiacchiericcio inutile di certi cialtroni. Che siano composizioni seriali - che rimandano ad un concetto di pura grafica - o siano figure che evocano danze, giochi e personaggi della quotidianità con i suoi lavori Roberto Russo tenta - come lui stesso spiega - un’operazione di congiuntura tra reale e irreale, spinto dal desiderio di comunicare”. Dal 1988 è responsabile di un laboratorio d'arte in un Istituto per diversamente abili. Una continua esperienza creativa nel segno dell’umanità, della condivisione e della libertà che, giorno dopo giorno, arricchisce il suo percorso di ricerca ultra trentennale. “Sulla scia di questi 'maestri' - racconta - ho ripreso con più convinzione ad esprimermi con i miei segni, sforzandomi di armonizzarli e di renderli pittoricamente godibili nell'intento di penetrare chi vuole fruirli col messaggio di una comunicazione istintiva e pura che indica isole felici in un mondo ormai quasi senza valori. Spesso una di queste isole la intravedo sorridendo con un pennello in mano, nel laboratorio dove io e dieci ragazzi diversamente abili scarabocchiamo i nostri messaggi”.
Originario di Montesardo, frazione di Alessano tra i paesi del Sud Salento, dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce ha iniziato dal 1979 la sua carriera artistica allestendo numerose mostre personali e partecipando a collettive in Italia e all’estero riscuotendo consensi di pubblico e di critica. All'attività pittorica alterna quella di poeta e scrittore. Dal 1988 lavora nell’Istituto dei Padri Trinitari di Gagliano del Capo come responsabile di un laboratorio d'arte per diversamente abili.
Dopo il successo dell’esposizione leccese con la mostra “Sud a capo”. Roberto Russo approda con la sua personale di pittura nelle sale di Palazzo Legari ad Alessano presentando gli esiti di una ricerca estetica che vuole essere messaggio di armonia, bellezza, amore per la vita che è sempre meravigliosa.
Al vernissage, fissato per il domenica 6 dicembre ore 18:30 interverranno Osvaldo Stendardo sindaco di Alessano, Antonio Ippazio Piscopello responsabile Biblioteca Comunale.
Presentano l’artista la giornalista Antonietta Fulvio direttore responsabile della rivista “Arte e Luoghi” e il giornalista Francesco Greco giornalista del “Giornale di Puglia”.
Roberto Russo ama sperimentare nuove forme artistiche elaborando un linguaggio che si muove dal figurativo all’astrazione. “Segni, come calligrafie dell’anima, per guardare ad esempio, oltre le nuvole che, perdendo la propria consistenza, diventano reticoli grafici dalle infinite variazioni di colore, metafora di un continuo viaggio oltre il visibile e dentro se stessi. Questi grafismi ora diventano moduli talvolta ingabbiati in schemi, rigorosamente geometrici, ora sembrano pixel che, fondendosi e scomponendosi, sul supporto pittorico creano immagini per catturare frazioni di tempo. Attimi come il dinamismo di una danza, di una partita di pallone, del violinista che dialoga con il proprio strumento. O il chiacchiericcio inutile di certi cialtroni. Che siano composizioni seriali - che rimandano ad un concetto di pura grafica - o siano figure che evocano danze, giochi e personaggi della quotidianità con i suoi lavori Roberto Russo tenta - come lui stesso spiega - un’operazione di congiuntura tra reale e irreale, spinto dal desiderio di comunicare”. Dal 1988 è responsabile di un laboratorio d'arte in un Istituto per diversamente abili. Una continua esperienza creativa nel segno dell’umanità, della condivisione e della libertà che, giorno dopo giorno, arricchisce il suo percorso di ricerca ultra trentennale. “Sulla scia di questi 'maestri' - racconta - ho ripreso con più convinzione ad esprimermi con i miei segni, sforzandomi di armonizzarli e di renderli pittoricamente godibili nell'intento di penetrare chi vuole fruirli col messaggio di una comunicazione istintiva e pura che indica isole felici in un mondo ormai quasi senza valori. Spesso una di queste isole la intravedo sorridendo con un pennello in mano, nel laboratorio dove io e dieci ragazzi diversamente abili scarabocchiamo i nostri messaggi”.
Originario di Montesardo, frazione di Alessano tra i paesi del Sud Salento, dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce ha iniziato dal 1979 la sua carriera artistica allestendo numerose mostre personali e partecipando a collettive in Italia e all’estero riscuotendo consensi di pubblico e di critica. All'attività pittorica alterna quella di poeta e scrittore. Dal 1988 lavora nell’Istituto dei Padri Trinitari di Gagliano del Capo come responsabile di un laboratorio d'arte per diversamente abili.