Si fa macroscopica la menzogna di Claudio Scajola. Quattro testimonianze, un atto notarile e numerose tracce bancarie documentano ora che il ministro per lo Sviluppo economico conosceva la provenienza degli 80 assegni "neri" che, nel luglio del 2004, per un valore di 900 mila euro, pagarono più della metà della sua casa al 2 di via del Fagutale. Le testimonianze - oggi agli atti dell'inchiesta di Perugia sulla "cricca" dei Grandi Appalti - provano che di quegli assegni, il giorno del rogito, il ministro era materialmente in possesso. Di più: dimostrano che Scajola, pure assolutamente consapevole del prezzo reale di vendita - 1 milione e 710 mila euro - di quel magnifico appartamento che affaccia sul Colosseo, dispose che quella cifra venisse dissimulata, dichiarando di fronte a un notaio che era pari a soli 600 mila euro.
Siamo spiacenti di dover denunciare pubblicamente un abuso che ci viene segnalato da un cittadino, ma il nostro compito di tutela degli interessi di tutti, e soprattutto dei più deboli, ci impone di non tacere nulla. Il nostro amico, titolare del contrassegno che abilita alla sosta nelle zone riservate ai soggetti con difficoltà di deambulazione, ci ha segnalato che spesso, nel parcheggio riservato posto in prossimità dell’ingresso del Tribunale civile di Lecce, sostano automobili a servizio delle Forze dell’Ordine, che pur nei pressi hanno altre aree di sosta loro riservate, come si può verificare dalla fotografia allegata, ripresa in data odierna.
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«Come si fa a pensare - si è chiesto Vendola nel solco della sua tradizione, condita in questo caso dall’attualità della vicenda Tremiti - che il petrolio in Adriatico sia una risorsa, quasi fossimo tornati alla ricerca dell’Eldorado dell’800. Ma dobbiamo anche smetterla - ha aggiunto deviando rispetto al percorso degli ultimi anni - di sostituire i campi con pale eoliche e fotovoltaico. La Puglia ha già raggiunto livelli d’eccellenza nelle energie rinnovabili, è ora che i campi restino alle colture: ci sono da solarizzare le città, con i loro edifici pubblici, i condomini privati, le aree di parcheggio, gli ipermercati, le pensiline dei benzinai. Il mio sogno è che un giorno ospedali e scuole non debbano più pagare la bolletta».
VENEZIA — Fa lo sciopero della fame perchè il cliente non lo paga e lui non riesce a versare contributi e stipendi ai suoi quattro dipendenti, che avanzano 14 mila euro. Matteo Portalupi, trevigiano di 36 anni e proprietario della «Gobbo Servizi » di Badoere (trasporto pubblico locale), da lunedì «fa picchetto » nel cortile della «Brusutti srl» di Tessera, che gli deve 9 mila euro, su un totale di 16.571. La prima tranche, di 7571 euro, l’ha ottenuta martedì, a 24 ore dalla protesta. La srl veneziana sta a sua volta aspettando di essere saldata dalle Ferrovie dello Stato proprio per il servizio erogato attraverso la «Gobbo Servizi», cioè il trasporto di macchinisti, controllori e altro personale dei treni dalle stazioni di Mestre e Venezia Santa Lucia al deposito locomotori di Marghera. In più aspetta 70 mila euro dalla Provincia, deputata a pagare le aziende di trasporto pubblico locale con i fondi corrisposti dalla Regione ma non ancora ricevuti. Insomma una catena che, soprattutto con la crisi, soffoca i piccoli.
Su questi primi 180 giorni di attività amministrativa, si registra l’intervento del presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido. “Il ruolo delle opposizioni è alimento fondamentale della democrazia e per questo meritevole di assoluta considerazione e comprensione. Ciò premesso, specialmente in un periodo di così grave crisi per il sistema delle autonomie locali, non si dovrebbe mai scadere in pericolose semplificazioni. La minoranza sa che anche la nostra Istituzione, al pari delle altre Province italiane, ha visto precipitare lo stato delle finanze soprattutto a causa della crisi del settore auto che, com’è noto, con Ipt e la Rc, rappresenta una delle principali voci di entrata. La Provincia di Taranto nel 2010 ha incassato, in valore assoluto netto, una somma pari a quella dell’anno 2003. Solo che in questi sette anni sono lievitati tutti i costi base che hanno ulteriormente aggravato la situazione. A ciò bisogna aggiungere la costituzione della società Taranto Isola Verde che però pesa sulle casse dell’Ente molto meno degli 8 milioni di euro di cui tanto si parla.
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Il nuovo sito Internet della Provincia di Brindisi è on line. Ad annunciarlo è Antonio Martina, assessore agli Affari Generali dell’Ente. Il Portale, all’indirizzo www.provincia.brindisi.it, è stato realizzato interamente “in casa”, grazie all’impegno profuso dal Personale del Settore Sistemi Informativi della Provincia, e quindi a costo zero. Il restyling dello strumento è stato ispirato dai tre principi guida della moderna Pubblica Amministrazione: semplificazione, trasparenza e accessibilità.
Il Sito, infatti, è stato ridisegnato tenendo conto non solo di criticità e punti di debolezza individuati dagli addetti ai lavori, ma anche da segnalazioni e suggerimenti pervenuti da utenti e cittadini.
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