Caro don Tonino, faccio sempre il gioco di provare a guardare il mondo mettendomi dal punto di vista delle tue parole, inseguendo il tuo sguardo, inerpicandomi sulle vette delle tue domande rivolte al gregge ma anche ai pastori, smarrendomi lungo le latitudini sconfinate del tuo pensiero di dio: del dio che danza sulle gambe dei poveri, che si fa compagno piuttosto che giudice della storia umana, che carezza i perdenti e annuncia la novella di una resurrezione dalla morte che stringe un nodo potente tra il divino e l'umano, tra il tempo e l'eternità. Ma penso che i tuoi occhi, a poter vedere in rapida sequenza il film di questi anni cupi che ci separano dalla tua scomparsa, sarebbero abbagliati dalla luce sporca dello scandalo.
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C'e tempo fino al 16 maggio per visitare la mostra "da sopra" (giù nel fossato), inaugurata il 15 marzo scorso al Castello Svevo di Bari. L'occasione è interessante per vedere come 15 artisti di fama internazionale si rapportano con un monumento di levatura storica come il Castello Svevo. Ogni artista ha occupato una porzione di fossato con la sua installazione, i fruitori possono osservare il mondo dell'arte contemporanea "da sopra" appunto, in una coesione di passato e presente che si fonde e confonde, creando una continuità suggestiva. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, fa parte del progetto Puglia – Circuito del Contemporaneo.Curatore esecutivo è Giusy Caroppo, coordinamento di Paola Marino, organizzazione e comunicazione di Electa.
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Puglia-Campania 3-0. Se fosse una partita di calcio, si sarebbe conclusa con un risultato all'inglese. E invece, rappresenta il solito teatrino all'italiana. Questa mattina abbiamo assistito all'ennesimo caso di menefreghismo, che stiamo denunciando da una settimana e, andando a ritrovo, da quasi cinque anni. La visita di Nichi Vendola è sintomatica di un interesse forte da parte dei pugliese. Certo, c'è la ferrovia di mezzo. Ma dovrebbe – e sottolineamo il condizionale – riguardare anche la Campania. Quantomeno, l'Irpinia. E invece, nisba. Al capezzale del malato Montaguto, infetto da un morbo chiamato frana, è accorsa solo la Regione Puglia. E stavolta, col suo uomo più rappresentativo: il presidente.
“Le calamità naturali se ne fregano dei confini amministrativi, così come i confini amministrativi se ne fregano della natura. Qui occorre passare oltre, è un problema congiunto. Questa è una parte dell'Italia che grida vendetta”.
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Il nuovo sindaco Tommasino non sembra aver trovato la quadra nella composizione della nuova giunta. I nodi politici che non si stanno sciogliendo sono diversi, a partire dall'Alleanza di Centro di Pionati fino ad arrivare alla spinosa questione Udeur. L'AdC non vorrebbe che la maggioranza in giunta sia assegnata al Pdl, difatti al partito del premier Berlusconi spetterebbero 3 assessorati che con il sindaco salirebbero a quota 4 ottenendo una agevole maggioranza nella Giunta Comunale. Inoltre se accettase l'invito a nominare solo 2 assessori del Pdl, ovviamente in quest'ultimo comincerebbero a serpeggiare malumori...
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MONTAGUTO - La messa in sicurezza del territorio deve diventare la sfida dei prossimi anni. L'Italia del dissesto idrogeologico, dell'erosione delle coste e dell'inquinamento della falda ha bisogno di un piano straordinario di risanamento. Il presidente Nichi Vendola visita i luoghi della frana, fra Montaguto e Savignano Irpino, che ha interrotto il traffico ferroviario e la statale 90, e auspica una mobilitazione generale per riqualificare le tante parti del Sud sventrate e dimenticate. Fra le ruspe che lavorano senza sosta anche di domenica, il governatore pugliese si trattiene a lungo con il prefetto di Avellino, Ennio Blasco, i responsabili della protezione civile e dell'esercito e con amministratori dei comuni della zona (ma c'è anche il sindaco di Foggia, Giovanni Mongelli), imprenditori e cittadini. "Bisogna fare presto", è l'appello che si leva unanime da questa parte di Mezzogiorno ferita dall'ennesimo disastro naturale.
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